Questa mattina il disegno di legge Zan sull’omotransfobia è stato incardinato al Senato, ricevendo il parere positivo di 13 senato e quello negativo di altri 11.
Subito stamattina è arrivato il comunicato della Conferenza Episcopale Italiana che, riunitasi lo scorso 26 aprile, ha confermato e sottolineato la sua contrarietà al ddl, già espressa lo scorso giugno.
«Una legge che intende combattere la discriminazione – si legge- non può e non deve perseguire l’obiettivo con l’intolleranza, mettendo in questione la realtà della differenza tra uomo e donna. In questi mesi – prosegue il comunicato - sono affiorati diversi dubbi sul testo del ddl Zan in materia di violenza e discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere, condivisi da persone di diversi orizzonti politici e culturali. È necessario che un testo così importante cresca con il dialogo e non sia uno strumento che fornisca ambiguità interpretative».
«Con Papa Francesco – ribadisce la Presidenza della Cei - desideriamo affermare che “ogni persona, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto, con la cura di evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione e particolarmente ogni forma di aggressione e violenza” (Amoris Laetitia, 250)».
«Alla luce di tutto questo – si legge nella nota - sentiamo il dovere di riaffermare serenamente la singolarità e l’unicità della famiglia, costituita dall’unione dell’uomo e della donna, e riconosciamo anche di doverci lasciar guidare ancora dalla Sacra Scrittura, dalle Scienze umane e dalla vita concreta di ogni persona per discernere sempre meglio la volontà di Dio».
«Auspichiamo – concludono i vescovi italiani - che si possa sviluppare nelle sedi proprie un dialogo aperto e non pregiudiziale, in cui anche la voce dei cattolici italiani possa contribuire alla edificazione di una società più giusta e solidale».