15/04/2021 di Manuela Antonacci

Ddl Zan, la storica femminista Izzo all’Huffington Post: «Identità di genere colpo violento alle donne»

Il ddl Zan ormai, da un po’ di tempo, raccoglie più critiche che consensi: si allargano infatti, le fila, anche tra gli esponenti di centrosinistra (per non parlare dell’opposizione di Arcilesbica e delle femministe) contrari a questo disegno di legge che sta rivelando dei risvolti incostituzionali evidenti e per questo risulta fortemente divisivo.

Stavolta, dopo la lettera aperta a Zan di una giovane attivista di RadFem, riportiamo alcuni stralci della lettera aperta di Francesca Izzo, non certo una rappresentante della tanto criticata “destra omofoba”. Francesco Izzo, infatti, ha insegnato Storia delle dottrine politiche e Filosofia della politica all’Università l’Orientale di Napoli. Fa parte del Comitato scientifico della Fondazione Istituto Gramsci, è tra le fondatrici del movimento "Se non ora quando" ed è stata deputata nelle fila del partito Pds.

Come lei stessa si definisce “femminista e da una vita nelle fila della sinistra” ha scritto ai senatori rappresentativi dei partiti di centro sinistra in Commissione Giustizia del Senato, dicendo di temere per l’approvazione del ddl in questione e lo ha fatto nelle pagine del sito dell’ Huffington Post.

Motiva così la sua perplessità “Come è ovvio, condivido i principi e le preoccupazioni che hanno spinto a estendere le tutele previste dalla legge Mancino alle persone omosessuali e transessuali per difenderne, contro ogni discriminazione e violenza, la libertà e dignità […].Ma la sua presente formulazione è fonte di confusione, di conflitti e di rischi perché mescola in un elenco improprio soggetti e istanze molto diversi: dagli orientamenti sessuali alla disabilità, dal sesso (ovvero le donne cioè la metà dell’umanità ridotta a minoranza) all’identità di genere (ovvero la legittimazione della sola volontà soggettiva a fondamento dell’identità sessuale). Questi due ultimi aspetti in particolare hanno bisogno di essere discussi, approfonditi e chiariti nelle loro implicazioni, cosa che viene accuratamente evitata.”

Aggiunge che, anziché sottoporre il testo di legge ad una seria revisione critica, lo si sta sottoponendo ad un dibattito pubblico che tende ad una semplificazione inaccettabile, come inaccettabile, sottolinea, è l’uso dell’espressione “identità di genere” con cui, afferma, si darebbe un colpo ferale, soprattutto alle donne, una delle “categorie” che questo disegno di legge teoricamente dice di voler proteggere “Le conseguenze sono davvero paradossali. Uomini transgender possono esigere di usufruire delle pari opportunità, di partecipare alle competizioni femminili, di accedere a luoghi e spazi riservati alle donne. Inoltre, in base al dettato della legge Zan, chiunque rivendicasse la differenza tra una donna di sesso femminile e una donna di gender femminile potrebbe essere accusato di omotransfobia, come accade già nei paesi in cui sono in vigore norme simili. Le cronache ne sono piene.”

 Izzo continua sottolineando, con forza, come nella nostra cultura costituzionale, la nozione di identità di genere presuppone quella di sesso e di identità sessuale.  Per tutti questi motivi, conclude “sono state avanzate da varie parti proposte di modifiche alla legge che, lasciando intatto il disegno di tutelare persone omosessuali e transessuali da discriminazioni e violenze, ne eliminino gli aspetti più controversi e conflittuali. Vi prego di volerle prendere in considerazione appena la legge tornerà a essere discussa in commissione.”




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