25/04/2021 di Filippo Savarese

Ddl Zan: sostegno dalla capogruppo Udc in Sicilia (premiata dalla massoneria)

Mentre in Senato lo scontro politico sulla calendarizzazione del Ddl Zan tra centrodestra e centrosinistra sconquassa i confini della maggioranza di Governo, e Italia Viva auspica modifiche al testo svelando l’assenza di un fronte capace di approvarlo come uscito dalla Camera, in Sicilia si assiste a un rocambolesco ribaltamento delle parti.
 
Qui infatti è addirittura la capogruppo dell’Udc all’Assemblea Regionale Siciliana, Eleonora Lo Curto, ad aver presentato una mozione a sostegno del Ddl Zan, sottoscritta anche dalle Consigliere Marianna Caronia e Margherita La Rocca Ruvolo di Forza Italia (ci auguriamo che il Presidente Micciché voglia saldare il resto del partito su più coerenti posizioni).
 
Quello delle Consigliere è un clamoroso tradimento degli elettori siciliani di centrodestra, che di certo non avevano votato i loro partiti per sostenere una legge che potrebbe sbattere in carcere chi difende la differenza naturale tra uomo e donna e il diritto dei bambini di crescere con una mamma e un papà, e non col “genitore 1 e 2” (e magari anche 3, 4, 5…) di un utero in affitto.
 
L’argomento della Consigliera Lo Curto a sostegno del Ddl Zan è dei più retorici: il provvedimento andrebbe adottato “perché l’identità sessuale non sia mai più una colpa da punire con la violenza e la discriminazione”. 
 
Forse Lo Curto ignora che il Codice Penale - già oggi - punisce ogni forma di violenza e discriminazione nei confronti di qualsiasi persona, comprese le persone omosessuali o transessuali? Ignora forse che - già oggi - la pena può essere aggravata dal giudice per il motivo ‘abietto’ di aver agito solo in disprezzo dell’identità o dell’orientamento sessuale della vittima? 
 
Forse Lo Curto ignora che addirittura il mondo del femminismo di sinistra sta conducendo una battaglia durissima contro il Ddl Zan, perché confonde l’identità sessuale con l’identità di genere, sulla base della quale a un uomo basta dirsi donna per essere trattato come tale, accedendo a benefici e posizioni riservate alle donne per favorire la parità di genere?
 
Forse Lo Curto ignora che all’articolo 7 del Ddl Zan si prevedono eventi e attività per trattare omosessualità, bisessualità e transessualità in tutte le scuole, sin dalle materne, operando una vergognosa forzatura se non violenza psicologica su bambini e bambine? Forse Lo Curto - proprio lei, laureata in pedagogia - ritiene che i figli dei siciliani andrebbero sottoposti a un simile lavaggio del cervello?
 
Forse Lo Curto, il cui partito ci sembrava di ricordare avesse qualche vago richiamo alla cultura cattolica, ignora che la Conferenza Episcopale Italiana in data 10 giugno 2020 ha ufficialmente ed esplicitamente bocciato il Ddl Zan, per bocca del Presidente Bassetti, scrivendo nero su bianco che “ulteriori norme incriminatrici rischierebbe[ro] di aprire a derive liberticide, per cui – più che sanzionare la discriminazione – si finirebbe col colpire l’espressione di una legittima opinione, come insegna l’esperienza degli ordinamenti di altre Nazioni al cui interno norme simili sono già state introdotte”? 
 
Sarebbe molto strano se proprio la Lo Curto non fosse particolarmente sensibile al rischio ‘liberticida’ del del Ddl Zan. È lei, infatti, a non aver votato la legge regionale che dal 2019 obbliga i Consiglieri a dichiarare se fanno parte della massoneria, e a non aver presentato la dichiarazione in questione, perché un tale obbligo sarebbe “liberticida”, ricevendone una speciale onorificenza al merito dalla Gran Loggia del Grande Oriente d’Italia.
 
Ora, a noi non interessa tanto sapere se la Lo Curto aderisce o meno in cuor suo ai princìpi della massoneria, che definisce "compatibili" col cristianesimo in spregio a tutto quanto i Papi e la Chiesa hanno sempre insegnato e tutt'ora insegnano in merito.
 
Ma ci sembra veramente assurdo denunciare, da una parte, il rischio liberticida di una legge che ti obbliga a dichiarare se fai parte della massoneria mentre svolgi ruoli istituzionali e, dall'altra, non vedere lo stesso rischio liberticida in una legge che ti obbliga a dichiarare che un uomo è una donna e che due uomini possono fare un bambino, pena la galera.
 
Non serve essere cristiani né massoni per vederne tutta l'incoerenza.



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