L'amministrazione Trump in diverse occasioni ha dimostrato di essere particolarmente attenta al tema della difesa della libertà religiosa, in vari campi: sociali, politici e lavorativi e l’ha dimostrato adottando misure concrete.
E ora un nuovo ordine, emesso direttamente dal Presidente, difende e promuove tutto questo. Ma, la grande novità, è che non parliamo di difesa della libertà religiosa solo in America, ma anche all’estero. Tutto questo grazie ad un nuovo ordine esecutivo, firmato lo scorso 2 giugno: l’"Advancing International Religious Freedom" che prevede che, se i governi delle altre nazioni dovessero perseguitare le persone per questioni di fede, gli Stati Uniti interverrebbero in modo deciso e, “non senza conseguenze”.
Questo provvedimento è stato considerato estremamente necessario perché ci si è resi conto che le questioni relative alla libertà religiosa sono trascurate nella politica estera, dagli Stati Uniti. Al contrario, le questioni economiche, commerciali e di sicurezza sono messe al primo posto e sono perseguite con vigore e persistenza. Le questioni relative al rispetto della libertà religiosa sono, invece, spesso, considerate marginali.
Tuttavia, nonostante l’importanza di un simile documento, come prevedibile, i media lo hanno decisamente e strategicamente ignorato, probabilmente perché troppo impegnati ad offrire, piuttosto, un’immagine tutta e solo negativa di Trump. E invece l’Advancing International Religious Freedom inizia con una dichiarazione che difficilmente si può ignorare: “la libertà religiosa, la prima libertà americana, è un imperativo morale e di sicurezza nazionale”.
“La libertà religiosa per tutte le persone, in tutto il mondo, è una priorità della politica estera degli Stati Uniti e gli Stati Uniti rispetteranno e promuoveranno con forza questa libertà... i nostri Fondatori hanno concepito la libertà religiosa non come una creazione dello stato, ma come un dono di Dio per ogni persona e un diritto che è fondamentale per il fiorire della nostra società ".
L'ordine esecutivo stabilisce, quindi, una serie di azioni che gli Stati Uniti intraprenderanno contro i paesi e le persone che si impegnano in una simile persecuzione. Infatti, i paesi che commetteranno violazioni continue e gravi della libertà religiosa, perderanno gli aiuti stranieri e l'accesso ai visti, negli Stati Uniti, mentre gli individui e i gruppi perseguitati, al contrario, riceveranno assistenza. Riguardo, invece, i funzionari governativi che perseguitano i credenti - come i funzionari comunisti cinesi che arrivano persino a demolire le chiese e ad imprigionare i credenti, saranno sottoposti all'Atto Magnitsky, che punisce i trasgressori dei diritti umani congelando i loro beni, e vietando loro di entrare negli Stati Uniti.
Insomma, un atto che non esitiamo a definire “rivoluzionario” ma adeguatamente e colpevolmente silenziato dai media.