Da Londra ci giunge un grave episodio di cronaca che si è già verificato altre volte nel mondo e che potrebbe iniziare a verificarsi anche in Italia se dovesse essere approvato il Ddl Zan, calendarizzato ieri in Commissione Giustizia al Senato con una forzatura di Pd, 5 Stelle, Italia Viva e LeU.
Lo scorso 23 aprile, infatti, il pastore evangelico John Sherwood è stato arrestato mentre predicava in pubblico all’uscita della stazione di Uxbridge a Londra, come è solito fare da tempo insieme al pastore Peter Simpson. La polizia è intervenuta sulla base di segnalazioni secondo cui i due stavano diffondendo pubblicamente ‘commenti e affermazioni omofobiche’.
“Non stavo facendo commenti omofobici - si è difeso Scherwood - stavo solo definendo il matrimonio come una relazione tra un uomo e una donna. Dicevo solo quello che dice la Bibbia, senza ferire o offendere nessuno”.
“Quando la polizia si è avvicinata a me - continua - ho spiegato loro che stavo esercitando la mia libertà religiosa e di coscienza. Sono stato tirato giù con la forza dai gradini e ho subito qualche infortunio al polso e al gomito. Credo di essere stato trattato in modo vergognoso”.
Alcuni passanti hanno protestato per il modo in cui la polizia si stava comportando, riprendendo la scena in cui si vede l’anziano signore afferrato da un agente di polizia e tirato giù dai gradini in malo modo per essere ammanettato.
Il pastore, sposato e con due figli, ha detto che la polizia lo ha provocato chiedendogli che “cosa avrebbe fatto se i suoi figli fossero stati gay”. Lui ha risposto che li avrebbe amati come figli in ogni circostanza, e che comunque ciò non aveva nulla a che vedere con quanto stava predicando.
In una testimonianza su quanto accaduto, il pastore Peter Simpson scrive che nella predicazione i due avevano “fatto riferimento al grave abbandono da parte della nostra nazione delle sue fondamenta cristiane, un abbandono che si è manifestato, ad esempio, nella ridefinizione del matrimonio [il Regno Unito ha approvato il ‘matrimonio gay’ e le ‘adozioni gay’ nel 2014 Ndr]. Questa ridefinizione non è altro che un attacco alla rivelazione biblica, che ci dice che il matrimonio può essere solo tra un uomo e una donna”.
In seguito il pastore Sherwood ha iniziato a esporre in contenuto degli ultimi versetti del libro della Genesi, “dichiarando che il progetto di Dio nella creazione dell'umanità è di mettere gli esseri umani in famiglie, guidate da un padre e una madre, non da due padri o da due madri. La distinzione all'interno dell'umanità di due soli generi, maschio e femmina, fatti a immagine di Dio, costituisce l'essenza dell'ordine creato di Dio”.
È a questo punto che sono intervenute le forze dell’ordine intimando al pastore di interrompere immediatamente la sua attività e infine arrestandolo per la possibile violazione del reato di cui alla Sezione 5 dell’Atto sull’Ordine Pubblico, secondo cui una persona commette una molestia se utilizza parole o comportamenti minacciosi o abusivi in presenza di persone che potrebbero subire un senso di allarme o angoscia.
Secondo Peters, la polizia ha affermato che “alcune questioni semplicemente non possono essere riferite nei luoghi pubblici, perché non c'è libertà di fare dichiarazioni che offendano le persone”.
Secondo Andrea Williams, dell’associazione Christian Concern, “c’è l'idea che se le persone si offendono, allora devi arrestare qualcuno, ma in questo Paese abbiamo anche la libertà di parola”.
Dopo essere stato condotto alla stazione di polizia John Sherwood è stato rilasciato ‘sotto indagine’, e un fascicolo sul suo conto è stato trasmesso al Crown Prosecution Service, ovvero l’organo della pubblica accusa nei procedimenti penali.
Questo episodio rivela il pericolo insito in tutte le leggi “contro l’omofobia”: punire la manifestazione di pensieri e opinioni fondate su convincimenti politici, filosofici o religiosi, anche nel momento in cui essi riguardano l’educazione dei propri figli. Chiunque difende il matrimonio come unione tra un uomo e una donna, il diritto dei bambini a crescere con una mamma e un papà, l’inesistenza di infinite e ‘fluide’ identità di genere, rischia l’arresto e la galera.
Sulla base di queste fondate preoccupazioni, la stessa Conferenza Episcopale Italiana è tornata anche ieri a contestare il Ddl Zan, che inizierà a breve ad essere esaminato in Senato.
Quanto accaduto a Londra è un messaggio che ci arriva dritto dal nostro futuro, se non fermeremo questo vero e proprio manganello del politicamente corretto.
FONTE: The Daily Mail