Finalmente una buona notizia: in Italia sono diminuiti i reati d'odio rispetto al 2018, secondo i dati dell'Oscad, l'Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori. Infatti, nel 2019 se ne sono registrati 969, cioè 2,6 al giorno, uno ogni nove ore, a fronte dei 1.111 del 2018. Rimangono però alti i numeri legati agli atti criminali a sfondo razzista, una media di tre su quattro.
Al contempo, l’analisi mostra anche che sarebbero diminuite le aggressioni fisiche legate all'orientamento sessuale e all'orientamento di genere (da 43 a 29) e quelle per la disabilità (da 74 a 69). I numeri più alti sono legati alle persone aggredite per ragioni di etnia, colore della pelle, nazionalità, religione: dalle 88 del 2018 si è passati alle 93 dell'anno scorso.
Sappiamo bene che ogni atto di odio e violenza verso chiunque e per qualunque ragione, compreso l’orientamento sessuale, è da condannare, proprio in quanto violenza e odio, ma proprio per questo siamo confortati da questi dati che ci confermano che non esiste nessuna "emergenza nazionale", riguardo i reati basati sulla discriminazione sessuale ma che, anzi, ci sono altre persone (come gli stranieri) che subiscono molte più violenze.
Anche per questo non si capisce il pressing ad oltranza di certa politica e del Ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, per l’approvazione di una Legge Nazionale contro l'Omotransfobia siccome dai dati ufficiali non risulta affatto un’emergenza nazionale. Viene da chiedersi perché allora la si presenta come tale. Forse perché dietro un disegno di legge così liberticida non c’è semplicemente la volontà di combattere le discriminazioni perché altrimenti si creerebbe una legge ad hoc per ogni discriminazione, ma solo la volontà di imbavagliare chi la pensa in modo diverso rispetto a certi diktat.
di Manuela Antonacci