17/05/2024 di Giuliano Guzzo

Disforia di Genere. Ma perché si è resa necessaria una Commissione per revisionare le linee guida?

Adesso è ufficiale. La commissione per revisionare le linee guida sul trattamento della disforia di genere sui minori - con particolare riferimento alla somministrazione della triptorelina per bloccare il loro sviluppo puberale – è realtà. L’iniziativa, voluta dai Ministri della Salute e della Famiglia, Orazio Schillaci e Eugenia Roccella, non nasce a caso, bensì alla luce della riscontrata «disomogeneità con la quale i professionisti operano nel territorio nazionale e, conseguentemente,» con «l’esigenza di disporre di linee di indirizzo che li supportino nel complesso percorso che va dalla diagnosi alle eventuali terapie dei pazienti disforici, perché giovani con disforia di genere, insieme alle loro famiglie, possano accedere al miglior supporto possibile, da parte del Servizio Sanitario Nazionale».

Tra i motivi che hanno portato a questa commissione ha pesato, con riferimento alla triptorelina, anche il fatto che «alcuni Stati europei che hanno a lungo utilizzato questo farmaco hanno riscontrato criticità significative e hanno rivisto in parte o totalmente i propri protocolli, specialmente quelli destinati ai minori». Che occorra lavorare in questa direzione è confermato anche da quanto detto qualche giorno fa, in audizione alla Commissione Affari sociali della Camera, dal presidente dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) Robert Giovanni Nisticò, che ha fatto sapere che «alla luce dei dati scientifici che ad oggi rimangono inconcludenti sul rapporto beneficio-rischio per gli adolescenti con disturbo di disforia di genere» anche «l'Aifa rimane vigile e sensibile all'evoluzione del contesto scientifico internazionale e avvierà una discussione e una rivalutazione sull'inclusione della triptorelina nell'elenco dei medicinali istituiti ai sensi della legge 648 del 1996, di concerto con l'istituendo tavolo del ministero della Salute e con le principali società scientifiche coinvolte, la Società italiana di endocrinologia, la Società italiana di andrologia e medicina della sessualità, e la Società italiana di endocrinologia e diabetologia pediatrica».

Tornando alla neocostituita task force – per il cui avvio Pro Vita & Famiglia ha espresso soddisfazione – c’è da dire che di essa faranno parte 29 personalità, diverse delle quali note e stimate in ambito pro life: da Assunta Morresi, vicecapo di gabinetto della ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità a quel Sarantis Thanopulos, Società psicoanalitica italiana (Spi) che parole assai critiche ha espresso verso l’uso della triptorelina, fino a Marco Del Giudice, professore associato Università di Trieste, autore di importanti ricerche sulla differenza di genere non intesa però in senso ideologico.

Prevedibile, dinnanzi a queste nomine, la reazione di Repubblica, che ha parlato di «persone, più o meno esperte del settore» - mentre invece si tratta di accademici e professionisti di riconosciuto spessore, che dovranno sviluppare nuova linee guida resasi necessarie non solo alla luce dei già citati sviluppi internazionali. Non va infatti dimenticato come la nuova commissione nasca anche sull’onda di quanto accaduto all’ospedale fiorentino di Careggi, l’unico centro in Italia che, per trattare la disforia di genere, prevedeva la somministrazione di triptorelina a un numero di pazienti addirittura tra i 20 e i 30 l’anno e che è stata oggetto di indagini ministeriali che hanno messo in luce «elementi di criticità molto significativi nell’ambito del percorso di presa in carico e gestione» dei pazienti.

A proposito dell’ospedale Careggi, c’è da dire che il senatore di Forza Italia  Maurizio Gasparri – lo stesso che, a fine 2023, con una apposita interrogazione aveva per primo richiamato all’attenzione sulla situazione del Careggi - è tornato a presentare un nuovo atto ispettivo. Sì, perché nonostante i summenzionati e riscontrati «elementi di criticità molto significativi nell’ambito del percorso di presa in carico e gestione» - e i conseguenti richiami del Ministero alla Regione affinché provvedesse a sanarle, tali «elementi di criticità» -, sembra che al Careggi poco sia cambiato. Dichiara infatti Gasparri: «Sembra che il Careggi non stia tenendo nel dovuto conto tutte le indicazioni del Ministero e che la somministrazione della triptorelina stia proseguendo anche per i nuovi pazienti con disforia di genere senza le adeguate tutele psicoterapeutiche. Se tutto ciò venisse confermato sarebbe gravissimo». Sì, se questo fosse confermato, tanto più con la neonata commissione da ieri al lavoro, tutto ciò sarebbe davvero gravissimo. Staremo a vedere.

 

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