Tempi ha pubblicato la lettera a Dolce & Gabbana scritta da sei figli cresciuti con coppie gay.
Sostanzialmente li ringraziano per il loro coraggio.
E’ significativo che debba ascriversi ai due noti stilisti questa dote. Hanno detto che i bambini devono crescere con mamma e papà, non devono essere prodotti artificialmente, né comprati dopo aver affittato l’utero di una donna.
Hanno detto cose normali, naturali, oserei dire scontate. Ma evidentemente oggi per dire cose del genere ci vuole coraggio.
E a Dolce e Gabbana si vanno aggiungendo le voci di altri omosessuali “coraggiosi” come Aldo Busi e Cristiano Malgioglio, Paolo Isotta, Nino Spirlì, e – ovviamente – Delaume-Myard. Costoro, pur con atteggiamenti diversi e non sempre condivisibili in toto – comunque sostanzialmente sulla famiglia la pensano come D&G, come tutte le persone normali.
E perché ci vuole coraggio a dire che la famiglia è la famiglia e che i bambini devono avere mamma e papà? Evidentemente non è solo il coraggio di andare contro corrente, perché la corrente non è solo una moda. E’ il clima cupo e distruttivo creato dall’ideologia relativista, nichilista e dittatoriale che oggi tenta prepotentemente e violentemente di imporsi.
Questa la lettera a Dolce e Gabbana.
«Vogliamo lodare il vostro coraggio e ringraziarvi per l’ispirazione che siete. Ma vi imploriamo anche di non arrendervi quando la reazione crescerà d’intensità».
Saluti dagli Stati Uniti. I sei firmatari di questa lettera sono stati tutti cresciuti da genitori gay o lesbiche. Cinque di noi sono donne e uno è un uomo bisessuale, che hanno tutti cresciuto i loro figli con partner del sesso opposto. Vogliamo ringraziarvi per aver dato voce a quanto abbiamo appreso dall’esperienza: ogni essere umano ha una mamma e un papà ed eliminare uno dei due dalla vita di un bambino significa privarlo della dignità, dell’umanità e dell’uguaglianza.
Sappiamo che i genitori gay possono essere amorevoli, dal momento che li abbiamo e ci hanno amati. Tuttavia, noi tutti abbiamo fatto esperienza diretta del duro contraccolpo che segue quando la visione dominante dei genitori gay, come universalmente positiva, viene messa in discussione.
Sappiamo che sarete sottoposti a una pressione tremenda, specialmente ora che sia l’Italia sia gli Stati Uniti stanno cominciando a spingere affinché gli interessi per la difesa dei nostri diritti ad avere una madre e un padre siano censurati, al fine di soddisfare una potente lobby gay.
Nessuno riceve attacchi tanto feroci dalla lobby come coloro che appartengono alla comunità gay e mettono in discussione le sue politiche: i figli delle coppie gay tanto quanto gli uomini gay che li difendono (come voi due).
Molto probabilmente tanti nella comunità internazionale proveranno a cancellare i vostri programmi, a censurare le vostre campagne pubblicitarie e a distruggere mediante il web la vostra reputazione. Ma avete dimostrato a voi stessi di essere estremamente coraggiosi. E ci avete ispirato mentre ci prepariamo tutti e sei a inviare lettere contro il matrimonio gay alla Corte Suprema degli Stati Uniti.
Vogliamo lodare il vostro coraggio e ringraziarvi per l’ispirazione che siete. Ma vi imploriamo anche di non arrendervi quando la reazione crescerà d’intensità. Se tornerete indietro e vi scuserete per quanto avete detto, renderete ancora più vulnerabili e discreditati i bambini che vivono nelle case gay. Per il nostro bene, così come per quello di tutti i bambini italiani, è importante che non vi scusiate né che vi arrendiate. Sostenete invece l’idea che tutti i bambini hanno bisogno di crescere uniti alle proprie madri e i propri padri. Si tratta di un diritto umano.
Se in qualsiasi modo possiamo aiutarvi, per favore, fatecelo sapere. Non siamo tutti cristiani ma vogliamo inviarvi la nostra benedizione, promettendovi che d’ora in poi saremo acquirenti di Dolce&Gabbana.
Heather Barwick, collaboratrice del Federalist
Rivka Edelman, coautrice of “Jephthah’s Daughters: Innocent Casualties in the War for Family Equality”
Katy Faust, scrittrice di asktheBigot
Robert Oscar Lopez, coautore di “Jephthah’s Daughters: Innocent Casualties in the War for Family Equality”
Denise Shick, autrice di “My Daddy’s Secret”
Dawn Stefanowicz, autrice di “Fuori dal buio: La mia vita con un padre gay”
Redazione