L’allattamento di un bambino al seno materno è una di quelle immagini che ritrae la donna in tutta la sua femminilità (senza nulla togliere, ovviamente, a chi non può farlo). Ma non si tratta solo di un bel gesto. Allattare al seno fa bene alla salute tanto della donna quanto del piccolo, checché ne dicano le femministe, che vedono in tale pratica una fonte di disuguaglianza sociale fra i sessi.
Da un lato – vivaddio – Quotidiano Sanità riporta la giusta reazione delle Ostetriche a favore dell’allattamento al seno, “Un gesto fisiologico che va protetto, promosso e sostenuto”:
“Siamo pronte a promuovere e a sostenere campagne di comunicazione e di sensibilizzazione per l’allattamento, anche con flashmob e manifestazioni di piazza nella quali far partecipare attivamente le donne mentre allattano”. La Federazione degli Ordini delle ostetriche stigmatizza così quanto avvenuto all’università di Parma nei giorni scorsi dove una giovane mamma è stata allontanata perché allattava”, scrive un comunicato dell’Ordine.
Da un altro lato, purtroppo, accecata dall’ideologia gender, la celebre rivista di medicina infantile Pediatrics non sembra dare troppa importanza alle numerose ricerche scientifiche sui benefici fisici e psichici dell’allattamento per donna e bambino. Questi ultimi, infatti, non sarebbero sufficienti ad affermare che tale gesto sia da promuovere, anzi, tutt’altro.
Un articolo di InTerris ne riporta le dichiarazioni: «Associare la natura alla maternità può inavvertitamente sostenere argomentazioni biologicamente deterministiche sul ruolo degli uomini e delle donne nella famiglia (per esempio, che dovrebbero essere principalmente le donne a prendersi cura dei bambini). [...] Fare riferimento al ‘naturale’ nella promozione dell’allattamento al seno può inavvertitamente sostenere una serie di valori sulla vita familiare e sui ruoli di genere, che sarebbero eticamente inappropriati».
Quindi, il fulcro del discorso sembrerebbe essere proprio il seguente: bisogna evitare di dire che per una donna allattare al seno sia un gesto naturale. I “rischi“, infatti, di una tale affermazione sarebbero i seguenti. Anzitutto, secondo Jessica Martucci e Anne Barnhill, autrici dello studio, si alimenterebbe il movimento anti vaccini e, ulteriore conseguenza, mostrerebbe come discutibili o pericolosi i prodotti fabbricati al fine di sostituire l’allattamento al seno.
Insomma, sembra proprio che si voglia cercare a tutti i costi un nesso tra la promozione di questa pratica ed eventuali conseguenze pericolose, ma questo denota come evidentemente per molti il pericolo più grande sia l’affermazione della verità stessa e della natura delle cose.
Redazione