Il punto interrogativo viene spontaneo, nel considerare delle donne – degli esseri umani – che inscenano una protesta a favore dell’aborto e della legalizzazione della prostituzione come quella avvenuta in Argentina durante la “Tetazo,” “Boob Protest“, “protesta della tetta”, nell’ambito del 32º “Incontro Nazionale delle Donne“, avvenuto la scorsa settimana.
Sono state calcolate circa 40.000 donne aderenti alla manifestazione che, visti i precedenti episodi di violenza grave degli scorsi anni, non avrebbe dovuto incontrare la Cattedrale sul suo percorso.
Senonché 5000 donne circa si sono staccate dal corteo e hanno inscenato la protesta alla Cattedrale non solo poco femminile, ma poco adeguato alla dignità di qualsiasi essere umano.
La maggior parte delle 5000 donne manifestava a seno nudo, in stile Femen. Hanno scagliato pietre, bottiglie Molotov, assorbenti igienici usati ed escrementi, oltre a palloncini pieni di vernice, contro la Cattedrale della città di Resistencia e contro qualsiasi cosa o persona si opponesse alla loro protesta.
Hanno imbrattato i muri con le parole e immagini offensive e le bestemmie si sono sprecate – come potete facilmente immaginare senza che indugiamo su particolari piuttosto disgustosi.
Le donne in questione – Argentine, particolarmente accanite contro il papa argentino – chiedevano la legalizzazione dell’aborto – a richiesta e gratuito – laddove in quel Paese la legge è ancora piuttosto restrittiva.
Chiedevano inoltre la legalizzazione della prostituzione.
Aborto e prostituzione: le due cose che più di ogni altra fanno davvero male alle donne. Del resto, stiamo parlando di donne – come quelle nella foto – che in altri contesti inneggiano allo stupro (free rape = stupro libero). Non c’è altro da dire.
Redazione
Fonte: LifeNews
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