Askanews ci presenta dati sconcertanti relativi al rapporto fra giovani e droga. Sono le dichiarazioni dei responsabili della comunità San Patrignano a guidarci alla scoperta di un mondo, quello della droga, apparentemente molto lontano, eppure fin troppo vicino alla realtà in cui vivono i ragazzi di oggi, fin dall’adolescenza. È infatti intorno ai 14 anni che, come spiegano, i giovani hanno il primo contatto con le sostanze stupefacenti. E quell’età, in cui normalmente avviene il passaggio dalle scuole medie alle superiori, purtroppo, per molti di loro, è non solo quella del loro primo contatto con la droga ma, talvolta, segna l’inizio di un tunnel terrificante che sembra non avere fine. «L’età media del primo contatto con le sostanze stupefacenti è 14 anni, e avviene per lo più attraverso hashish e marijuana con una veloce escalation nell’uso di sostanze, passando per ecstasy, allucinogeni e anfetamina, per poi arrivare a cocaina (18 anni) ed eroina (19 anni)».
Un ruolo devastante, inoltre, spiegano i membri dell’Osservatorio San Patrignano, lo svolge la cannabis, quella sostanza che ultimamente si vuole a tutti i costi far passare come una droga leggera e dalle conseguenze non poi così disastrose, come vengono presentate dai soliti bacchettoni che ne vorrebbero proibire l’uso. Fra i ragazzi attualmente presenti in comunità pare che a ben 70 di loro sia stata diagnosticata una dipendenza primaria da cannabis. Un dato innocuo? Può mai essere innocua una dipendenza, che per sua natura schiavizza chi la vive? E certo, oggi molti genitori sono così «confusi e destabilizzati dalla normalizzazione dell’uso di droghe (vedi negozi di cannabis light), da rendersi conto della reale situazione solo quando il comportamento dei loro figli diventa grave», così l’escalation di sostanze stupefacenti fa il suo corso indisturbata senza che nessuno ne avverta preventivamente la gravità. Perché non insegnare, invece, a questi ragazzi a diventare uomini? Perché, invece di limitarci a mostrargli con quali mezzucci evadere dalla vita, non ci impegniamo a essere con loro quando è, piuttosto, il momento di affrontarla?
Luca Scalise