14/02/2022 di Fabrizio Cannone

Ecco come la Francia di Macron spalanca le porte ai diktat Lgbt

Che la Francia sia piuttosto “avanzata” nelle conquiste che fanno piacere alle lobby Lgbt è cosa risaputa da tutti. Almeno da quando, nel 2004, il presidente François Hollande approvò le nozze gay, chiamandole con astuzia o con ipocrisia “matrimonio per tutti”.

Ma sotto Emmanuel Macron, presidente dal 2017, le cose sono peggiorate su tutta la linea. Sia nella tutela della vita – la Francia conta oltre 200mila aborti l’anno – che nella protezione della famiglia tradizionale, spesso irrisa dai media del laicismo gallico.

In vista delle elezioni presidenziali del prossimo aprile, due costole di En Marche, “I Giovani con Macron” e i “Progressisti Lgbt” sono scesi in campo con alcune richieste. I primi, con un opuscolo di 28 pagine, presentano le loro aspettative a Macron, in vista del possibile secondo quinquennio. Tra esse la generalizzazione dell’eutanasia. “Scegliere una strada precisa, rispettosa e protettiva”, per tutti coloro – senza alcun un riferimento alla salute – “che vogliono mettere fine alla loro vita”. Poi corsi obbligatori contro il sessismo in tutti i settori della funzione pubblica (scuola, polizia, magistratura, etc.), “legalizzazione ordinata della cannabis” e così via.

Non da meno, anzi più audaci ancora, le proposte dei Progressisti Lgbt, i quali non sono un gruppetto insignificante e periferico, visto che alla presentazione delle loro “60 proposte” erano presenti Elisabeth Morano, ministro all’Uguaglianza tra i sessi e la diversità, e altri tre deputati di En Marche, il partito di Macron.

Il titolo del dossier con le proposte è “Per una Francia progressista”. Per realizzare questo progresso, bisognerebbe, secondo i progressisti, per esempio: “Permettere la PMA post-mortem” (n. 4). Quindi con seme (crioconservato) di donatore già morto dato a coppie lesbiche e assimilate. Alla procreazione artificiale si affianca l’apertura ad una “GPA etica” (nn. 17-18). Ma la gestazione per altri, comunemente detta utero in affitto, cosa può avere di etico?

Il progresso implicherebbe di allargare la famiglia, sia tradizionale che omosessuale, mediante in nuovo paradigma della Co-genitorialità (Co-parentalité). Questo è un punto di svolta, forse mai rivendicato prima. Le famiglie, benché arcobaleno, sono sempre state composte da due “genitori”. Ora si va oltre. Ed in effetti se è il mero sentimento a determinare la natura della famiglia, tutto diviene possibile. Se tre cittadini maggiorenni dichiarano di amarsi che facciamo, li discriminiamo?

Le proposte chiedono, infatti, anche di “dare un vero riconoscimento e uno statuto giuridico ai co-genitori, permettendo così al bambino di avere più di 2 genitori”. In modo che siano riconosciuti “gli stessi diritti ai genitori legali e ai genitori biologici” (n. 5).

Recentemente, infatti – e Pro Vita & Famiglia se ne è anche occupata - un giudice francese ha riconosciuto 4 genitori (2 gay e 2 lesbiche) come veri tutori e co-genitori di 2 bambini, procreati ognuno quando i rispettivi genitori biologici (madre o padre) si trovavano in una relazione etero. Ora si vorrebbe addirittura stabilizzare questa prassi. Chi, in passato, si è opposto alle nozze gay – parlando anche del matrimonio a tre come possibile deriva – era insultato ed irriso.

Come se non bastasse, poi, un altro punto del programma chiede di “Accrescere la visibilità delle famiglie trans in modo da offrire dei modelli ai futuri genitori trans” (n. 14). Dunque si parla tanto di genere (proprio perché la nozione è più vaga e manipolabile di quella biologica di sesso), ma poi lo si vorrebbe abolire o sostituire. “Far evolvere la nozione di genere nei documenti ufficiali, sia sopprimendolo, sia sostituendolo con un genere neutro” (n. 29). Ma ci chiediamo che evoluzione ci potrà mai essere se si sopprime la definizione maschio/femmina o se si mette una “X” per tutti.

Sempre per quanto riguarda la sessualità, inoltre, i progressisti chiedono che proprio l’orientamento sessuale venga considerato un criterio per il diritto di asilo e questo “sulla sola prova della richiesta di chi fa la domanda” (n. 23). Ed anche di “Sensibilizzare e formare gli agenti del servizio pubblico, ma anche gli attori del mondo scolastico (…) alle questioni legate all’identità di genere e alla trans-identità” (n. 27).

Infine, come se i punti finora esposti siano pochi e “innocui”, le proposte vorrebbero anche “creare un Centro memoriale e un portale digitale per poi integrare la storia dei Lgbt+ nell’insegnamento scolastico” (n. 38).

Forse è meglio fermarsi qui, notando una cosa. Come la scienza, bellissima attività umana, se è praticata senza coscienza, può produrre immani danni all’umanità (si pensi a Hiroshima), così un mitizzato progresso senza alcun fondamento etico diventa distruttivo e regressivo per la società e per il vero bene di tutti.

 

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