Il presidente lituano Gitanas Nauseda nei giorni scorsi ha usato parole forti e chiare per respingere le richieste che erano state fatte dagli organizzatori del Gay Pride: no alle adozioni per le coppie omosessuali, no all’insegnamento LGBTI nelle scuole.
"Sono contrario a queste richieste e penso che non saranno approvate in Lituania. Come Presidente, farò del mio meglio affinché tali richieste non possano essere approvate né entrare in vigore", ha dichiarato e ha ribadito che tali modifiche richiederebbero comunque diversi cambiamenti della Costituzione. "Abbiamo la Costituzione e, quando citiamo le sue disposizioni, dovremmo citare anche l'articolo 38, che, per esempio, definisce molto chiaramente il matrimonio. C'è un solo modo se vogliamo cambiare alcune questioni fondamentali sancite dalla Costituzione, è necessario emendare la Costituzione invece di far finta che non esista", ha detto con fermezza il Presidente Nauseda.
Nei giorni scorsi i rappresentanti delle organizzazioni LGBTQ+ avevano incontrato il Presidente del Parlamento e consegnato una lista di richieste di 14 punti, tra cui assicurare il diritto al matrimonio, all'adozione, indipendentemente dal sesso; di dare garanzie sociali e servizi a tutti senza discriminazioni basate sullo stato di famiglia; di legalizzare procedure "dignitose" di cambio di sesso; di modificare la legge sulla protezione dei minori contro l'effetto dannoso della pubblica informazione, la semplificazione del rilascio di documenti personali dopo un cambio di sesso, e l'insegnamento della comunità LGBTQ+ e dei vari orientamenti, identità sessuali ed espressioni nelle scuole, college e università.
Infine si chiedeva che i servizi sanitari fossero forniti senza discriminazioni basate sull'identità di genere, l'orientamento sessuale o l'espressione di genere, il divieto alle terapie di conversione e norme dure contro ‘crimini e linguaggio di odio’. La risposta pubblica e forte del Presidente lituano Gitanas Nauseda ha chiuso la discussione e almeno per ora la Lituania ha respinto al mittente la richiesta di privilegi LGBTI.
Il Presidente Nauseda già nel luglio scorso, in un’altra intervista aveva anticipato che non avrebbe mai firmato alcuna legge che equiparasse il matrimonio tradizionale (uomo-donna) alle unioni omosessuali e LGBTI. A fine maggio scorso era stato il Parlamento a bocciare la proposta di legge che voleva equiparare matrimonio e unioni civili.