Ci risiamo! Dopo il liceo artistico "Russoli" di Pisa e Cascina, un altro istituto scolastico ha deciso di adottare la cosiddetta “carriera alias”. Stiamo parlando della Sassetti Peruzzi di Firenze, dove gli studenti transgender potranno essere registrati con l'identità di genere che hanno scelto.
Il Regolamento per la gestione di una “Carriera Alias” per studenti e studentesse in transizione di genere, voluto dal consiglio d’istituto, è stato spinto dal preside Osvaldo Di Cuffa che lo definisce "un supporto indispensabile per aiutare chi, almeno all'interno della scuola, volesse farsi riconoscere per quello che si sente di essere, e non per come lo segnala la carta di identità ".
Ma cosa dice questo regolamento? Che i ragazzi transgender devono avere “la possibilità di vivere in un ambiente di studio sereno, attento alla tutela della privacy e della dignità dell’individuo, così da favorire i rapporti interpersonali affinché siano improntati alla correttezza e al reciproco rispetto delle libertà e dell’inviolabilità della persona”. Non si capisce, però, come si coniughi l’inviolabilità della persona con la scelta di un nome che rispecchi un’identità altra. Semmai è tutto il contrario: l’inviolabilità di una persona è data in primis dall’inviolabilità della sua identità, per non parlare poi del disagio, dei professori e degli altri alunni, che saranno costretti a chiamare con un nome o un pronome di un genere, una persona del genere opposto.
Insomma si vuol far passare come una cosa normale, anzi, un segno di civiltà, il fatto che ad una sola persona corrispondano due identità espresse da due nomi diversi.
E infine parliamo anche dell’aspetto meramente giuridico della cosa: perché una persona per lo Stato deve essere individuata per il tramite di una sola identità. Per il nostro ordinamento giuridico non possiamo essere contemporaneamente due persone e questo vale per tutti gli ambiti, figuriamoci in ambienti come la scuola o l’università.