Gli scheletri nell’armadio dell’Unione Europea stanno venendo allo scoperto uno dopo l’altro. Dopo il “Green Gate”, un’altra controversia è emersa a seguito di un’interrogazione depositata per iniziativa del gruppo FdI-Ecr all’Europarlamento. La questione è tutt’altro che di secondo piano: dal 2022 ad oggi, la Commissione Europea avrebbe garantito ad International Planned Parenthood Federation (Ippf) finanziamenti a getto continuo, per un totale oltre 3,3 milioni di euro. Alla luce degli obiettivi moralmente discutibili della stessa Ippf (braccio internazionale della Planned Parenthood operativa negli Usa per la diffusione dell’aborto, della contracezione e del controllo delle nascite) ma anche per ragioni di regolamentirità tecnico-giuridica, l’eurodeputato di Fratelli d’Italia Paolo Inselvini ha preso l’iniziativa dell’interrogazione parlamentare rivolta alla presidente della Commissione Ursula von der Leyen. Il testo è stato sottoscritto dall’intero gruppo di Fratelli d’Italia all’europarlamento: Carlo Fidanza (capodelegazione), Sergio Berlato, Stefano Cavedagna, Carlo Ciccioli, Giovanni Crosetto, Elena Donazzan, Alberico Gambino, Chiara Gemma, Michele Picaro, Daniele Polato, Marco Squarta e Francesco Torselli.
Perché un’interrogazione parlamentare
«Dopo lo scandalo Green Gate, che ha visto la Commissione finanziare lobby per condizionare le politiche ambientali, non vorremmo sia avvenuto lo stesso su un tema come l’aborto, di esclusiva competenza nazionale. Inoltre, l’Ippf sarebbe stata più volte al centro di scandali preoccupanti, alcuni riguardanti la vendita di tessuti fetali provenienti da aborti tardivi e, più recentemente, un loro capitolo è stato accusato di violare le leggi fiscali fornendo spazi di lavoro alla campagna presidenziale Harris-Walz», si legge nel testo dell’interrogazione, nella quale gli eurodeputati Fdi sollecitano la Commissione Europea a spiegare «quali misure intenda adottare per garantire che i fondi dell'Ue non finanzino attività di lobbying controverse; se siano state condotte verifiche sull’uso di tali fondi e se sia disposta a sospendere o rivedere i finanziamenti all'Ippf in caso di utilizzo non trasparente».
I legami tra Commissione Europea e Planned Parenthood
«Sappiamo bene come opera Planned Parenthood negli Usa e sappiamo benissimo quanto è emerso sull’operato di questo soggetto privato: commercio illegale di organi di bambini, di feti, per non parlare degli scandali legati al finanziamento delle campagne elettorali dei Democratici negli Usa», ribadisce l’onorevole Inselvini, raggiunto telefonicamente da Pro Vita & Famiglia. «Abbiamo chiesto alla Commissione di fare chiarezza», sottolinea ancora l'europarlamentare Fdi, «in particolare riguardo alle motivazioni di questi fondi a beneficio di Planned Parenthood. Abbiamo quindi chiesto se non sia giusto interrompere il flusso di denaro nei confronti di questo soggetto e di associazioni simili. Lo chiediamo in primo luogo perché la legge europea afferma che l’aborto è una materia di competenza dei singoli Stati. Planned Parenthood è un'associazione che porta avanti campagne legate a un tema sensibile che, per quanto riguarda i trattati europei, dovrebbero spettare soltanto agli ordinamenti nazionali: solo questo basterebbe per escluderli dai finanziamenti. A ciò si aggiungano gli scandali e i comportamenti illegali che non pongono questo soggetto su un livello di trasparenza e correttezza adeguate sull’impiego di fondi a livello europeo».
Unica soluzione: cambiare rotta
In conclusione, Inselvini avanza una considerazione di carattere più squisitamente politico: «Vogliamo fare pressione sull’Unione Europea, dal momento in cui per troppo tempo siamo stati morbidi e lassisti nei confronti di questo tipo di condotte, in special modo sui temi eticamente sensibili, a partire dalla vita nascente». Intenzione del gruppo europarlamentare di Fdi è quindi quello di «esercitare una pressione costante e continua per far capire che le cose devono cambiare. Se in precedenza c’è stata una parte del centrodestra fin troppo morbida su questo fronte, da ora in avanti non lo saremo più: per noi la tutela della vita è una priorità».