20/10/2021 di Luca Volontè

Ecco come nel Regno Unito i genitori si ribellano al transgenderismo nelle scuole

Una famiglia di coraggiosi genitori cristiani ha promosso un'azione legale contro il Governo inglese per il fallimento delle istituzioni nel proteggere i loro figli dalle ‘linee guida transgender’ utilizzate nella scuola primaria a livello nazionale.

L’azione legale della famiglia è stata possibile grazie al sostegno degli avvocati del ‘Christian Legal Centre’ di Londra, una organizzazione evangelica che si occupa di promuovere e sostenere le espressioni pubbliche ed i diritti religiosi dei credenti. Nigel Rowe, 48 anni, e sua moglie Sally di 46 anni hanno infatti denunciato il Dipartimento per l'Istruzione (DfE) per il suo rifiuto di intervenire a tutela dei propri figli, proprio in riferimento alle direttive pro-transgender

Le ‘Transgender Guidelines’ fornite alle scuole, agli insegnanti e ai dirigenti amministrativi scolastici del Regno Unito promuovono, infatti, l’ideologia transgender nell’educazione dei bambini. Esse includono anche linee guida su come implementare bagni neutri di genere, incoraggiano le scuole ad accettare la transizione di genere senza porre troppe domande ed informare i genitori e promuovono incontri e tavole rotonde con gruppi e lobby LGBTI.

Le ‘Transgender Guidelines’ pubblicate nel 2015 dagli attivisti per il transgenderismo, hanno visto accrescere la propria legittimità dopo essere state promosse come “best practices” da molte scuole e autorità locali e anche dal Dipartimento per l'Istruzione già dal 2018. Sono molti gli esperti che in questi anni hanno definito catastrofica l’applicazione di questi veri e propri insegnamenti ‘transgender’ per i bambini della scuola primaria (5-10 anni).

Nel 2017 i coniugi Rowes, che vivono sull'Isola di Wight, sono stati i primi genitori a denunciare l'impatto negativo che queste politiche stavano avendo nelle scuole primarie. La scuola che i loro figli frequentavano ha dato loro la possibilità di scegliere se affermare il transgenderismo, che invece loro ritengono dannoso, o essere etichettati come "transfobici". Perciò sono stati costretti a lasciare la scuola e scelto l’home school per l’insegnamento ai propri figli.

La decisione di denunciare le linee guida transgender e il dipartimento dell’educazione del Regno Unito è stata presa dopo che il loro figlio di sei anni era tornato a casa da scuola confuso dal fatto che un ragazzo della sua classe aveva iniziato a indossare in modo incoerente un vestito femminile e ad identificarsi come una ragazza. Il loro figlio maggiore aveva affrontato un problema simile due anni prima nella stessa scuola ed era stato per questo ritirato dai suoi genitori. I Rowes denunciano, inoltre, che i genitori, soprattutto se cristiani, se in disaccordo con le linee-trans, sono costretti a situazioni impossibili da sostenere per l’educazione e l’istruzione dei propri figli. Chi non si allinea, infatti, deve trasformare la propria casa in ‘home school’ o rischiare che i propri figli piccoli siano indottrinati nell'educazione statale dall'ideologia del pensiero unico dominante.

Chi, come i Rowes, si è opposto a queste direttive chiede, innanzitutto, che le linee guida transessuali della Cornovaglia siano riviste e che le credenze cristiane sulla questione del genere siano rispettate e tollerate nell'educazione pubblica. E’ scontato che una vittoria dei coniugi Rowes potrebbe scatenare, a cascata, il ritiro in tutto il Regno Unito delle linee giuda che promuovono il transgenderismo nelle scuole.

Nell'ultimo decennio, a tal proposito, il Regno Unito ha visto un'impennata del 3.000 per cento di bambini indirizzati a cliniche per l'identità di genere per la confusione provocata da insegnamenti LGBTI che di fatto obbligano i bimbi a conformarsi alla ‘moda transgender’.

Una questione che tocca da vicino anche l’Italia. Dopo la possibile approvazione della Legge Zan, infatti, come nel Regno Unito anche nel nostro Paese non solo la vita pubblica dei credenti sarà in pericolo, ma anche l’educazione dei bambini sarà fortemente minacciata.

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