Che Amministrazione sarà sui temi etici quella di Donald Trump? Gli Stati Uniti cambieranno rotta in particolare sull’aborto? Al 20 gennaio, data di insediamento del Presidente eletto, mancano ancora delle settimane, ma l’interrogativo è lecito. Per provare a rispondervi con certezza, naturalmente, occorre pertanto ancora aspettare anche se, attenzione, ci sono delle nomine – su tutte quella di Dave Weldon – e degli annunci – come il taglio di 300 milioni alle organizzazioni pro aborto – che fanno ben sperare. Così come in generale fa ben sperare la stessa elezione di Trump che ha comunque sconfitto una candidata - Kamala Harris - e con lei tutta l’agenda Lgbt, woke e radicale che portava con sé.
Chi è il pro life Dave Weldon
Un primo spunto senza dubbio positivo per chi abbia a cuore la difesa della vita è la nomina trumpiana di Dave J. Weldon. Classe 1953, medico della Florida, già deputato, il repubblicano Weldon è infatti stato scelto dalla nuova Amministrazione per guidare i Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie (Cdc). I media tendono a presentare Weldon più che altro come un critico dei vaccini o addirittura no vax, ma questa etichetta appare molto riduttiva rispetto all’impegno anche politico di questo politico e padre di famiglia. Infatti in passato costui è stato promotore di un emendamento che stabiliva come nessun fondo pubblico potesse essere disponibile ad una «agenzia o a un programma federale, o a un governo statale o locale, se tale ente sottopone un'altra entità sanitaria istituzionale o individuale a discriminazione sulla base del fatto che [quest’ultima] non fornisce copertura o paga per aborti». Insomma, nonostante debba comunque passare al vaglio del Senato, quella di Weldon è una nomina che, se confermata, sarà importante anche perché, a detta di molti osservatori pure repubblicani, bilancia quella del democratico Robert F. Kennedy Jr. alla guida dell'HHS, l'ente che sovrintende al Cdc – dato che, storicamente, Kennedy tutto è fuorché un pro life.
I volti pro life dell’amministrazione Trump
Peraltro, Weldon non è il solo pro life nominato da Trump per il suo futuro governo, dato che contro l’aborto sono anche Marco Rubio, scelto come futuro Segretario di Stato – e che da senatore ha promosso interessanti atti politici per la vita, come la legge «Providing for life» -, Elise Stefanik, scelta come nuova Ambasciatrice Usa all’Onu – già critica sulle «tattiche intimidatorie» adottate dai democratici contro Trump in merito alle sue posizioni meno aperte sull’aborto. Ma al di là dei singoli nomi è proprio il clima che si respira ad essere cambiato, non a caso il The Guardian del 17 novembre scorso scriveva apertamente che «con il ritorno di Trump i gruppi pro life stanno stilando ambiziosi elenchi di politiche che sperano di vedere attuate sotto un'amministrazione favorevole».
Il taglio a Planned Parenthood
Su quali siano questi «ambiziosi elenchi», come si diceva all’inizio, un annuncio molto importante è già stato fatto. Elon Musk e Vivek Ramaswamy, anch’essi probabili membri della futura amministrazione, hanno infatti firmato insieme un editoriale come lettera aperta al Wall Street Journal in cui hanno identificato tra le priorità di spending review «i 500 miliardi di dollari in più di spese federali annuali che non sono approvate dal Congresso o vengono utilizzate in modi che il Congresso non ha mai previsto, da 535 milioni di dollari all'anno alla Corporation for Public Broadcasting, ai 1.5 miliardi di dollari per sovvenzioni a organizzazioni internazionali a quasi 300 milioni di dollari a gruppi progressisti come Planned Parenthood». Il taglio di 300 milioni di dollari al colosso abortista Planned Parenthood non potrà non avere ripercussioni positive sulla battaglia pro life. E il fatto che sia già stato annunciato, fa davvero ben sperare per la futura linea della Casa Bianca sui temi etici. A tutto ciò va poi aggiunto il fatto che già nel gennaio 2017, proprio tra i suoi primi atti, Trump firmò un ordine esecutivo che tagliava fondi per le Ong che praticano aborti all’estero, o forniscono informazioni a riguardo e che proprio grazie al tycoon si deve la nomina dell’attuale Corte Suprema, quella che nel giugno 2022 ribaltò la sentenza Roe vs Wade, lanciando al mondo un messaggio valido anche per l’Italia e per la “nostra” 194, vale a dire che nessuna norma è intoccabile. Dunque con Trump e la sua amministrazione c’è da ben sperare? Alcune premesse dicono di sì ma. . . staremo a vedere.