La Manif Pour Tous Italia – Generazione Famiglia, l’Associazione Famiglia Domani e la Rete Nazionale dei Circoli La Croce di Treviso hanno ricevuto le lamentele di un folto numero di Trevigiani, a proposito delle “lezioni” di educazione sessuale tenute in piazza, per i passanti, in occasione di San Valentino.
L’esposto, con richiesta di chiarimenti, è stato inoltrato alla Direzione dell’ULSS n. 9 e al Comune di Treviso: al Sindaco Giovanni Manildo e alla Giunta comunale.
A Piazza San Vito, il 13 febbraio scorso, col titolo “La nuda verità”, sono stati allestiti dei banchetti che offrivano “l’occasione di celebrare il San Valentino in modo diverso”, a detta degli organizzatori.
Gli organizzatori sono dalla Rete Studenti Medi di Treviso con la collaborazione del Coordinamento Lgbte di Treviso. Collaborava anche la Rete Emergency
A chi visitava tre tavoli, in omaggio un preservativo.
Siccome è facile accusarci di essere retrogradi e bacchettoni, chi ha lo stomaco – e ce ne vuole parecchio – può cliccare qui qui e vedere con i suoi occhi, nel dettaglio, il materiale raccolto dalle Associazioni denuncianti.
Questa gente insegna – come “educazione sessuale scientifica” – masturbazione, sesso orale, sesso anale, sesso vaginale, sesso con l’urina, sesso con le feci, sesso con i sex toys, sesso con pratiche bondage (ovvero con l’utilizzo di manette, fruste, collari, catene, pinze per capezzoli, piumini per sollecitare, lacci, ecc. che implicano una tipologia di gioco erotico basato sulla dominazione-sottomissione, cioè sado-masochismo); nonché pratiche di penetrazione vaginale o anale con l’intera mano e con il pugno (fisting) comprendendo nel gioco anche la possibilità di partecipazione di più persone (orge).
Se aprite il link, vedrete anche le immagini molto esplicite di tutto quanto “spiegato scientificamente”
Una volta qualcuno disse: “L’amore è come una torta squisita. Il sesso – ordinato – che ne consegue è la guarnizione, la ciliegina che rende la torta ancor più gustosa. Il sesso senza amore non è appagante, non è di sostanza... ma la pornografia, il sesso disordinato, il sesso “estremo” è il vomito della torta”.
Educazione sessuale vorrebbe che si insegnasse ai giovani – a tempo debito – a mangiare la torta e non a mangiare il vomito.
Questa gente cosa insegna?
E’ tanto azzeccato l’esempio del vomito, che costoro “educano” nel dettaglio e con immagini esplicite a “non sporcarsi”, a usare rivestimenti di plastica per i genitali, per le mani e per la bocca... (così non si prendono le malattie?...).
Scrivono le Associazioni: “L’iniziativa era accessibile a chiunque, e quindi anche ai minori;
– all’organizzazione hanno partecipato attivamente due signore che, in qualità di “esperte”, tengono nelle scuole della città i corsi di educazione alla affettività e alla sessualità;
– per molte famiglie diventa imprescindibile che venga chiarito quale ruolo dette signore rivestano concretamente, e in quali termini si svolga la loro attività di collaborazione
scolastica.
Nella specie, si chiede alla Direzione dell’Ulss n.9, a quale titolo soggetti con incarichi di grande responsabilità nei confronti di bambini e adolescenti abbiano potuto promuovere simile iniziativa e persino utilizzare in essa la produzione di natura pornografica del Cassero Salute.
Si chiede infine al Dirigente responsabile del servizio comunale competente di spiegare in base a quale criterio sia stato consentito alle associazioni promotrici della iniziativa e ai loro referenti di usare lo spazio pubblico per una propaganda offensiva del comune senso del pudore, abusando peraltro della naturale curiosità di soggetti indifesi”.
Ci uniamo agli scriventi, in attesa dei chiarimenti che le Autorità competenti vorranno fornirci.
Nel frattempo, però, bisogna che tutte le persone di buon senso (e davvero qui non è questione di partito o di religione), siano pronte e all’erta per la tutela della salute mentale e sessuale dei minori: di fronte a episodi come questi bisogna far sentire la propria voce.
Considerate bene che le persone che fornivano tali lezioni già girano per le scuole e ai tavoli e sul web gli organizzatori hanno detto che questa è solo la prima di una serie di iniziative che verranno realizzate nelle scuole della città.
E se si fa a Treviso, non vediamo perché non possa farsi nel resto d’Italia.
Redazione