Luciana De Francesco, 40 anni, consigliere regionale di Fratelli d’Italia in Calabria, funzionaria di Sacal (Società aeroportuale della Calabria). E’ candidata per Fratelli d’Italia nella Circoscrizione dell’Italia Meridionale.
I temi, i valori e i princìpi espressi nel Manifesto di Pro Vita & Famiglia sono da molti considerati divisivi e “politicamente scorretti”, anche se affondano le radici nella stessa identità dell’Europa. Perché ha deciso di sottoscrivere il Manifesto e che ruolo hanno questi valori nella sua vita ed esperienza politica?
«Sono una credente che vive la sua fede nella laicità e nel rispetto delle istituzioni e dei diritti di ognuno. Considero la legge 194 una buona legge , del tutto disapplicata nella parte preventiva. La 194 prevede una serie di sostegni e di prevenzione per l’interruzione volontaria di gravidanza che non sono mai stati attuati. L’aborto è un dolore per ogni donna e come tale va rispettato, ricordando il triste fenomeno della clandestinità antecedente alla legge che mieteva vittime . Non credo sia incompatibile rispettare questo diritto soggettivo con un’applicazione concreta della legge , anche in relazione a quelle circostanze in cui la maternità non viene realizzata per motivi economici e sociali».
In che modo, nella sua passata esperienza personale, professionale o politica, lei ha già avuto modo di spendersi concretamente per i valori e princìpi espressi nel Manifesto?
«Non ho incrociato nella mia attività la questione dei principi espressi da Pro Vita che, però, ritengo condivisibili e peraltro vittima di pregiudizi assurdi. Non è certo vietato , né tantomeno illegittimo, esprimere una cultura pro vita. Al di là della questione della 194 c’è un problema generale che riguarda l’intera Europa e che concerne la denatalità. Non si fanno più figli per una serie di ragioni diverse ( condizioni economiche, difficoltà sociali) ma anche per una cultura poco occidentale che ha visto trionfare l’individualismo e il relativismo».
L’approccio attuale delle istituzioni europee ai valori e princìpi espressi nel Manifesto è di forte ostilità. Basti pensare al voto per rendere l’aborto un “diritto fondamentale” dell’UE o ai continui riferimenti all’ideologia Gender e all’Agenda LGBTQIA+. Scelga un punto del Manifesto sottoscritto che riterrebbe prioritario affrontare se eletto al Parlamento Europeo e ci spieghi che cosa proporrebbe, concretamente, per dargli attuazione politica e legislativa.
«Il gruppo Ecr, guidato da Fratelli d’Italia, si è opposto nettamente alla risoluzione sull’aborto. Addirittura in Francia esso è stato inserito nella Costituzione. Un diritto soggettivo di questo genere non può diventare valore fondante. La nostra linea è sempre stata quella che nessuna persona può e deve essere discriminata ma la famiglia è quella composta da padre e madre. Se sarò eletta proporrò, unitamente ai colleghi del mio partito, misure europee che sostengano la natalità, che propongano (sempre nel rispetto di ogni sinolo pensiero) fatti concreti anche in coerenza con il manifesto di Pro vita».
Oltre ai valori e princìpi espressi nel Manifesto sottoscritto, su quali specifiche sfide, misure e iniziative ritiene in assoluto più urgente concentrarsi a livello di Unione Europea?
«L’Europa che abbiamo conosciuto, figlia di un accordo tra socialisti e popolari, ha fallito su tutta la linea. Sul piano economico ha impoverito le singole nazioni, eliminando di fatto il ceto medio e acuendo la differenza tra ceti. Sul piano politico si è dimostrata del tutto assente e insufficiente in relazione a due gravi conflitti in corso. L’Europa è fondamentale ma deve aiutare le singole nazioni, non ostacolarle. L’identità nazionale non è certo incompatibile con un’Unione Europea che sappia fare la sintesi tra le varie nazioni. Penso che l’Europa abbia perso la grande occasione vent’anni fa di dotarsi di una Costituzione che partisse dalle comuni radici cristiane. Poiché il cristianesimo è stato essenziale nella costruzione di un’idea europea rilanciata da De Gasperi, Adenauer e tradita dai burocrati di oggi».