Mariateresa Vivaldini, 56 anni, laureata in Scienze Politiche e imprenditrice agricola, è candidata per Fratelli d’Italia nella Circoscrizione Nord Occidentale. Sindaco di Pavone del Mella e Consigliere Provinciale di Brescia con delega a Ambiente, Attività Estrattive, Energia e Programmazione Europea, già Assessore Provinciale ai Lavori Pubblici e alla Sicurezza Stradale e, poi, Consigliere Provinciale con delega alla Pubblica Istruzione, all'Edilizia Scolastica e allo Sport.
I temi, i valori e i princìpi espressi nel Manifesto di Pro Vita & Famiglia sono da molti considerati divisivi e “politicamente scorretti”, anche se affondano le radici nella stessa identità dell’Europa. Perché ha deciso di sottoscrivere il Manifesto e che ruolo hanno questi valori nella sua vita ed esperienza politica?
«La difesa della vita fin dal concepimento e in tutte le sue fasi e della famiglia come fondamentale nucleo educativo e sociale, sono valori con i quali sono cresciuta e che mi stanno molto a cuore. Sono abituata a considerare e rispettare le persone prima e al di sopra di ogni ideologia e credo che l'utero in affitto sia una grave violazione della dignità della donna. Sono contro ogni esasperazione ideologica, anche di battaglie giuste come quella per la difesa del creato. Il "green deal" produce alcuni effetti di dubbia efficacia e genera costi insostenibili: va cambiato. Anche la teoria gender è frutto di una ideologia che nega la realtà. Sono questi i motivi che mi hanno spinto a sottoscrivere il Manifesto di Pro Vita & Famiglia, di cui condivido i contenuti».
In che modo, nella sua passata esperienza personale, professionale o politica, lei ha già avuto modo di spendersi concretamente per i valori e princìpi espressi nel Manifesto?
«Nel quotidiano, all'interno della comunità che amministro, sono sempre vicina alle persone in difficoltà, alle famiglie, portando avanti i valori cristiani a cui il mio comune, Pavone del Mella, è molto legato. Ho sostenuto con iniziative concrete quei soggetti sociali, associativi, religiosi, che aiutano concretamente le famiglie, le donne in attesa di un bambino, chi ha ammalati o disabili in famiglia. Ho aiutato, con contributi, sostegno umano, servizi, le realtà educative paritarie».
L’approccio attuale delle istituzioni europee ai valori e princìpi espressi nel Manifesto è di forte ostilità. Basti pensare al voto per rendere l’aborto un “diritto fondamentale” dell’UE o ai continui riferimenti all’ideologia Gender e all’Agenda LGBTQIA+. Scelga un punto del Manifesto sottoscritto che riterrebbe prioritario affrontare se eletto al Parlamento Europeo e ci spieghi che cosa proporrebbe, concretamente, per dargli attuazione politica e legislativa.
«Ritengo che la maternità surrogata sia una forma di sfruttamento inaccettabile della donna e che sia da considerare come traffico di esseri umani e che debba essere espressamente vietata, così come il riconoscimento transfrontaliero della filiazione e ogni metodo per aggirare le norme italiane. Sono temi, oltre alla tutela della vita fin dal concepimento, su cui mi impegno a lavorare nel Parlamento europeo, proponendo espressi divieti validi per tutta l'Unione».
Oltre ai valori e princìpi espressi nel Manifesto sottoscritto, su quali specifiche sfide, misure e iniziative ritiene in assoluto più urgente concentrarsi a livello di Unione Europea?
«Occorre riprendere le motivazioni da cui è nata l'Europa e in primo luogo la difesa della pace. Ma non vi può essere pace senza rispetto delle persone e della loro vita. Sono convinta che l'individuo, da solo, sia indifeso e che serva un grande lavoro educativo, che può essere favorito, secondo il principio di sussidiarietà, sostenendo i corpi intermedi, le associazioni, le realtà educative e, in primo luogo, la famiglia. Anche il lavoro deve essere disponibile e giustamente remunerato e reso compatibile con le necessità familiari. Questi sono i temi su cui lavorerò, secondo le mie competenze ed esperienze».