Domenica 20 e lunedì 21 settembre i cittadini di sette regioni italiane saranno chiamati alle urne per il rinnovo dei proprio consigli regionali e, di conseguenza, l’elezione del Presidente della Regione. A votare saranno infatti i residenti di Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Campania, Puglia e, dopo lo scioglimento anticipato dell’Assemblea regionale, anche la Valle d’Aosta. La tornata elettorale interesserà però anche molti comuni, ben 1184 in tutta la Penisola, tra i quali ben 18 capoluogi. Tra questi ricordiamo in particolare, Trento, Bolzano e Reggio Calabria.
Le consultazioni elettorali, originariamente previste per il 19 aprile in Valle d'Aosta e tra marzo e giugno nelle altre regioni, sono state rinviate a causa della pandemia di Covid-19. Elezioni che, come già accaduto molte volte in passato – le ultime lo scorso 26 gennaio con il voto in Emilia-Romagna e Calabria – rispecchiano gli equilibri nazionali, con tutto ciò che implica anche sui temi etici.
Si pensi, per esempio, a tutte le questioni relative alla famiglia che per i progressisti è essenzialmente unione affettiva – a prescindere dal sesso dei componenti l’unione, secondo i diktat Lgbt -, mentre per quasi tutto il centrodestra rimane un concetto ancorato alla «società fondata sul matrimonio» così come afferma la Costituzione. Un’altra divergenza netta è quella sul concetto di discriminazione. A questo proposito, il centrosinistra è da settimane impegnato a difendere con le unghie e con i denti l’iter in Parlamento del disegno di legge cosiddetto Zan, che riguarda appunto la lotta all’omotransfobia ma che per buona parte del centrodestra e delle associazioni pro life e pro family come Pro Vita & Famiglia nasconde vere e proprie derive liberticide.
Tra centrosinistra e centrodestra, o meglio ancora potremmo dire in generale tra sinistra e destra, storicamente, esiste una concezione ben distinta anche del concetto di vita nascente. Infatti, se in casa progressista si guarda con una certa disinvoltura al «diritto» di aborto – concepito come qualcosa d’intoccabile -, nel centrodestra la sensibilità è diversa e si è più legati alla tutela della vita nascente.
Temi che sicuramente - nonostante l’emergenza sanitaria del coronavirus e gli altri argomenti da anni ormai salienti come l’immigrazione, la crisi economica e il taglio dei parlamentari (si voterà in tutta Italia per il referendum popolare negli stessi giorni – hanno interessato la campagna elettorale di molti candidati regionali, tanto a consiglieri quanto a governatori. Tant’è che molti candidati – anche di spicco e in primo piano – hanno sottoscritto il Manifesto pro life e pro family appoggiato da alcune realtà associazionistiche italiane, tra le quali appunto Pro Vita & Famiglia.
A differenza delle elezioni di gennaio scorso, questa volta saranno molte di più le Regioni chiamate a decidere, ben sette. Ancor di più, dunque, la tornata elettorale del 20 e 21 settembre sarà una chiara e limpida cartina di tornasole sul piano etico e morale.