12/07/2021 di Manuela Antonacci

Emanuele Frediani, Chiesa Apostolica Italiana «Ddl Zan annulla la libertà di pensiero e religiosa»

Diverse associazioni, ormai da tempo, sono scese in campo contro il ddl Zan. Parliamo di diverse realtà pro-life, pro family, operative nel sociale o nel volontariato, di ispirazione cattolica o laica. Tra queste, la Chiesa apostolica italiana (chiese evangeliche e pentecostali) che ha organizzato una conferenza stampa, in Senato, per spiegare il suo no al ddl Zan.  Abbiamo voluto saperne di più, intervistando il presidente Emanuele Frediani.

 

Siete intervenuti con una conferenza stampa in Senato, per dire cosa, su questo ddl?

«Abbiamo denunciato quello che già voi e tanti altri avete fatto: abbiamo messo in evidenza tutte le crepe che questo disegno di legge (se così si può chiamare) mostra. Soprattutto sono due le cose che ci affliggono come pastori, come chiese evangeliche ed è la possibilità di perdere la libertà di parola e di pensiero: crediamo che sia ingiusto pensare ad un testo sacro, come la Parola di Dio e dover fare dei tagli su passaggi come Romani1, piuttosto che altre cose. Abbiamo fatto presente, questo, alla presidenza dei ministri e questa era la voce che ci preoccupava di più insieme ad altre. Crediamo anche che questo decreto sia abbastanza triste, nei suoi contenuti, anche nei confronti della famiglia, anche nei confronti dei bambini. Perché anche là dove si va ad intervenire togliendo il diritto e la patria potestà, di dare un indirizzo ai propri figli, là dove fosse anche il governo a fare questa sostituzione, non è giusto. Crediamo che siano tutte cose da togliere da questo disegno di legge».

Secondo Lei questo ddl, potrebbe acuire le tensioni sociali?

«Questo ddl lascerebbe convinti e sereni solo coloro che l’hanno voluto e tanti sono tranquilli e a guardare alla finestra solo quello che succede, non hanno nemmeno ben capito quali sono le ombre dietro questo ddl. Perciò non credo che potrebbe essere una risposta per la società. Lei, anzi, mi insegna che una famiglia sana produce una società sana. Credo che abbiamo assolutamente bisogno di lottare per quei valori cristiani, tra cui c’è una famiglia composta da un papà e da una mamma e l’educazione ai valori del rispetto del prossimo. Noi non siamo per abolire totalmente questo decreto: se si vuole andare incontro a quelle che sono categorie non così protette, ma non a discapito della libertà di parola e di pensiero. Voglio continuare ad affermare quello che dice la Bibbia, senza rischiare 4 anni, con l’aggravante, 6 anni, perché credo che sia veramente una cosa terribile, quella che sta davanti ai nostri occhi, con questo decreto di legge».

Cosa ne pensa della posizione delle femministe e dell’Arcilesbica sul ddl Zan?

«Dimostra le fragilità di questo disegno di legge: in realtà c’era un pensiero schierato alla base, quello di aprire l’autostrada ad un mondo, quello LGBT, ma non aveva fatto i conti con le sfumature all’interno di questo mondo, dove tutto gli si può dire, meno che sono in difetto o bisognose di essere comprese, come alcune femministe stanno sottolineando. Hanno combattuto per tanti anni, per la parità di diritti, ma c’è bisogno di un particolare sostegno e perciò loro non si sentono una categoria da proteggere».

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