Non si placa la polemica sulla possibilità di trascrivere un matrimonio gay celebrato all’estero. ProVita e Giuristi per la Vita hanno presentato un esposto al Ministero dell’Interno ed al Prefetto di Firenze contro il decreto del Sindaco di Empoli che andava ad autorizzarne l’iscrizione all’anagrafe.
Sul tema interviene immediatamente l’ANDDOS (associazione nazionale contro le discriminazioni da orientamento sessuale), prendendosi gioco dell’azione legale e cercando di argomentare sulla liceità della presa di posizione dell’amministrazione di Empoli.
Secondo quest’associazione il matrimonio gay dovrebbe essere registrato per rendere noto a tutti che le due persone interessate vivono un legame solido e duraturo ... cosa che dovrebbe interessare solo quelle due persone visto che la stabilità del legame ha una funzione sociale solo nel matrimonio ex art. 29 Cost.
Con buona pace dell’ANDDOS, il Ministero dell’Interno ha già ufficialmente comunicato che verrà diramata a giorni una circolare a tutti i Sindaci d’Italia per ribadire l’illegittimità giuridica della trascrizione del matrimonio gay nei registri di stato civile, chiudendo questa farsa ideologica.
Il Ministero -come del resto il Prefetto di Firenze ed i proponenti dell’esposto- non può esser considerato, come si allude nel comunicato stampa dell’associazione in difesa delle varietà di orientamento sessuale, una “sacca di resistenza conservatrice”: che il concetto di matrimonio implichi l’unione tra un uomo ed una donna non è di certo un’invenzione di Antonio Brandi o di Gianfranco Amato ma più semplicemente quanto sostenuto dalla Costituzione e ribadito dalla Consulta in innumerevoli sentenze tra cui l’ultima (la n. 170/2014) proprio di quest’anno.
Leggi il comunicato stampa di ProVita e Giuristi per la Vita in risposta alle uscite dell’ANDDOS: scarica il testo in formato pdf!
Redazione