Diverse associazioni, ormai da tempo, sono scese in campo contro il ddl Zan. Parliamo di diverse realtà pro-life, pro family, operative nel sociale o nel volontariato, di ispirazione cattolica o laica. Tra queste, Famiglie Separate Cristiane, che è un’“Associazione privata di fedeli”, nata a Milano, che ha come carisma l’accoglienza dei separati. Al presidente Ernesto Emanuele abbiamo voluto rivolgere alcune domande, per capire meglio il loro no al ddl Zan.
Nel ddl Zan si parla di una giornata nazionale contro l’omotransfobia, nelle scuole, avrà un’influenza nel campo educativo?
«Certo ed è bene che le scuole le lascino in pace, chi andrà nelle scuole a tenere queste lezioni? Come se la Chiesa facesse una giornata sulla famiglia sana. Lasciamo stare le scuole. Il disegno è molto nascosto, ma c’è.
Si parla di un’emergenza omofobia in Italia e si giustifica questo ddl, con questa scusa, ma secondo Lei questo ddl, potrebbe acuire le tensioni sociali?
«Certo, perché andare nelle scuole è una cosa pazzesca e questo causerà una ribellione generale. Peraltro c’è già la legge Mancino che punisce le discriminazioni. Infatti, che il ddl nasconda ben altro, è chiaro».
Arcilesbica si è pronunciata contro il ddl Zan, perché le donne vengono trattate come una minoranza, da questo ddl, quindi è discriminatorio verso le donne. Che ne pensa?
«È vero, ma penso una cosa, leggendo le statistiche sull’accettazione, in Italia, di questa legge: teoricamente vorrebbe difendere qualcuno, ma secondo me c’è un disegno più vasto che è quello del PD di eliminare la famiglia, di togliere alla famiglia ogni valore. Sarà sempre più difficile, in futuro, se dovesse passare il ddl, intervenire in quelle famiglie omogenitoriali con problemi, perché saranno tutelate dalla legge, a prescindere».