In Parlamento e sui social si è espresso molte volte contro il ddl Zan e anche in un’intervista rilasciata a Pro Vita & Famiglia ha sottolineato gli aspetti più inquietanti di questa legge, in particolare l’articolo 7 che, attraverso l’istituzione di una fantomatica “Giornata contro l’omofobia” mirava ad introdurre nelle scuole “de facto”, l’ideologia gender. Stiamo parlando di Vittorio Sgarbi che ha voluto commentare con noi anche il naufragio di questo disegno di legge liberticida
Onorevole Sgarbi, un commento sul voto in Senato sul ddl Zan della settimana scorsa…
«Dico che è un voto democratico e quindi quelli che hanno attaccato i senatori non conoscono la democrazia perché sono intimamente fascisti. Lo sono tutti quelli che hanno attaccato il Parlamento come se un voto fatto di persone che coscientemente decidono una cosa non fosse giusto, perché non è come volevano loro. Abbiamo avuto la prova più terribile che il fascismo è di quelli che hanno attaccato il Parlamento per il suo voto democratico. Per il resto, la legge è una legge obsoleta, nel senso che gli omosessuali sono stati largamente metabolizzati, nessuna pensa più di offenderli né di costringerli a stare in un ghetto, è una legge superata dalla coscienza comune»
Si è parlato di “emergenza omofobia” per giustificare la necessità di questa legge eppure, gli emendamenti al disegno di legge, che avrebbero permesso la sua approvazione anche in tempi rapidi, sono stati respinti, perché?
«Mi sembra siano stati costretti a prendere atto che i singoli parlamentari preferivano la legge, sbagliata. Mi sembra non ci sia niente di più semplice e logico di un voto democratico. Nessuno ha forzato i parlamentari a votare da una parte o dall’altro, quindi, evidentemente, non era stata corrispondente alla democrazia reale del Paese».