Le politiche per la famiglia, l’impegno per la natalità e per l’educazione sono tutti obiettivi che vanno di pari passo e per i quali, l’Europa dovrebbe parlare a una voce sola. Valori che Luisa Regimenti, 60 anni, romana, medico legale e delle assicurazioni, professore incaricato all’Università di Roma Tor Vergata, ha messo al centro della sua campagna elettorale, durante la quale ha firmato il Manifesto di Pro Vita & Famiglia per i principi non negoziabili, assieme ad altri candidati al parlamento europeo. Dopo la sua elezione, nelle file della Lega, l’onorevole Regimenti ha illustrato i principali punti del suo programma a Strasburgo.
Essere eletti sapendo di essere andati contro tutto e tutti, anche per le posizioni pro life: che cosa rappresenta per Lei?
«Non si tratta di andare contro tutto e tutti, ma di portare avanti idee e principi che si ritengono saldi e sensati. Durante la mia breve ma intensa campagna elettorale, al termine della quale sono stata eletta parlamentare europeo della Lega, ho espresso con chiarezza e semplicità le mie opinioni su tanti argomenti, anche sulla questione, molto delicata, del sostegno alla vita. Sono temi che interessano tutti noi, che viviamo in una società sempre più in deficit di quei valori che, come cattolica, considero fondamentali: la famiglia, il rispetto per il prossimo, l’educazione, la solidarietà. Credo quindi sia importante affrontare problematiche del genere, proprio per recuperare questi valori e dare loro un respiro più ampio, condiviso, partecipato».
Lei è tra i firmatari del Manifesto di Pro Vita & Famiglia: c’è un punto in cui si impegnerà in modo particolare?
«Durante la campagna elettorale ho deciso di aderire al Manifesto per la Vita e la Famiglia in Europa perché credo fermamente nelle proposte inserite in questo documento. E l’impegno che ho assunto a suo tempo nel sottoscriverlo, lo porterò avanti, anche in sede comunitaria, su tutti i punti indicati. Mi auguro di avere il sostegno necessario da parte di chi da tempo si batte per realizzare questi obiettivi: insieme cercheremo di far capire all’Europa che la vita, nel suo complesso, è un bene che va difeso con forza, impegno e sacrificio. È rischiosa, ad esempio, la debolezza che l’Ue mostra in casi come il licenziamento di una lavoratrice in gravidanza, situazioni che i singoli Stati membri disciplinano in modo autonomo. La tutela dei diritti delle donne e della famiglia, invece, non può conoscere differenze».
Salvare la famiglia in Europa: vi adopererete per avere fondi?
«In Europa, la famiglia deve poter riconquistare un ruolo di primo piano, una base dalla quale ripartire per migliorare la nostra società. Sicuramente è stato fatto molto, fino ad oggi, ma dalle istituzioni europee mi aspetto ancora tanto, soprattutto nuove norme in grado di coinvolgere direttamente gli Stati membri in una politica comune di sostegno e benessere che riguarda molteplici aspetti della vita familiare. Mi riferisco alla crescita e all’educazione da dare ai propri bambini, alle difficoltà da affrontare nel caso di situazioni di disabilità, alle esigenze che emergono nel periodo di gravidanza, agli aiuti necessari a padri o madri che rimangono da soli a mantenere i figli, all’impegno che occorre per educarli. Ovviamente, in questa prospettiva, servono più fondi da mettere a disposizione, fondi che l’Europa può e deve garantire ai cittadini. Sarà una delle mie priorità adoperarmi in tal senso».
L’impegno contro l’utero in affitto è una certezza come quello contro il gender: giù le mani dai bambini?
«I bambini sono un bene preziosissimo e sono il nostro futuro. C’è bisogno di contrastare la legalizzazione e la diffusione di una pratica spregevole come quella dell’utero in affitto e di lottare contro l’educazione di genere. La maternità surrogata non può divenire la normalità, così come l’attuazione di programmi scolastici orientati alla diffusione di comportamenti gender – come avvenuto ad esempio in Spagna – non può relegare i genitori a semplici comparse. Dobbiamo aiutare i nostri figli a crescere in modo sano e con principi morali solidi. Io sono pronta a farlo anche da parlamentare europea».
Luca Marcolivio