La proposta di legge inglese di legalizzare l’eutanasia (nella forma soft di suicidio assistito) è stata respinta 330 voto contro 118.
La proposta voleva permettere al malato con diagnosi medica di aspettativa di vita inferiore a sei mesi di chiedere di accelerare la sua dipartita.
I membri del Parlamento questa volta non sono stati divisi tra Laburisti e Conservatori: il tema è decisamente trasversale.
E’ prevalsa la cultura della sacralità della vita, questa volta. E certamente non per “copla” dei cattolici, che in Inghilterra sono una minoranza.
E’ emersa la preoccupazione che gli anziani potessero sentirsi moralmente ricattati, perché di peso per la famiglia: a proposito è stata particolarmente emozionante la testimonianza della Onorevole Yasmin Qureshi che ha raccontato della madre di 83 anni: sembrava spacciata, voleva lei stessa morire, poi invece si è ripresa e ora è arzilla, in gamba e felice più che mai.
La Corte Suprema inglese, nel 2014 si era dichiarata incompetente a decidere per il diritto di morire di un malato, perché la questione riguardava il parlamento.
Non a caso l’Inghilterra è la patria della separazione dei poteri: evidentemente non ha dimenticato i fondamenti dello Stato di diritto, come pare abbiano fatto i giudici nostrani.
Redazione
Fonte: The Guardian
DIFENDIAMO I BAMBINI E LA FAMIGLIA DALLA LEGGE CIRINNA’