L’Olanda è stata la prima nazione a legalizzare l’eutanasia, nel 2002.
Allora era affare solo dei malati terminali.
Nel giro di una manciata d’anni, la cultura della morte ha esteso l’eutanasia ai bambini, ai malati psichiatrici, ai depressi, ora anche a quelli che stanno in perfetta buona salute, ma che – semplicemente – “pensano” di aver esaurito il loro ciclo vitale.
Mercoledì scorso, il ministro della salute, Edith Schippers e il ministro della Giustizia, Ard van der Steur, hanno invitato formalmente il parlamento a elaborare una legislazione che preveda tale possibilità.
I ministri sostengono che quelle persone che “ritengono, dopo adeguata ponderazione, che la loro vita è completa,devono poter farla finita in modo dignitoso.”
Se qualcuno, per lo più anziano, sente che la sua vita non ha più alcun significato deve poter avere accesso all’eutanasia. La legge dovrà essere attenta a istituire opportuni controlli affinché le persone sole o depresse non abusino della suddetta possibilità, quando i loro problemi possono essere risolti in modo diverso.
Che ipocrisia. Chi potrà sostituirsi al libero arbitrio di chi ha deciso che deve farla finita? Chi può dire che la mia vita ha significato se per me non ne ha più?
Ma non bastava il vecchio suicidio di una volta, quello antico (uno si impiccava, si tagliava le vene, si sparava, si buttava di sotto, si avvelenava...) senza bisogno che il servizio fosse fornito dallo Stato e dal SSN?
Forse quello non andava bene. No. Si sporcava troppo. E poi a qualcuno toccava ripulire i resti. E non si faceva in tempo a prelevare gli organi.
Redazione
Fonte: RTQuestionMore