L’eutanasia è fuori controllo in Belgio e inizia a creare qualche problema.
Abbiamo spiegato diverse volte che aprendo anche solo una piccola falla nella diga, diventa poi molto difficile impedire l’allagamento: è la teoria dello “slippery slope” o del “piano inclinato”.
Bioedge segnala che la Commissione federale di controllo e valutazione dell’applicazione della legge sull’eutanasia, l’organo creato dai parlamentari belgi per assicurarsi che non si verifichino irregolarità, deve far fronte a un grande problema. In pratica, manca di personale.
Il mandato della Commissione è scaduto il 18 ottobre ma ancora non ne è stata nominata una nuova, perché mancano i candidati. Secondo la legge, l’organismo deve essere composto da 16 membri, tra cui otto medici e quattro professori universitari. Oltre a questi, vanno nominati 16 supplenti. A mancare sono proprio i medici: ad oggi ne è stato trovato uno su otto e mancano ancora tutti i supplenti.
I potenziali membri sono riluttanti ad assumere un incarico che comporta una mole di lavoro sempre più in crescita e che dunque di fatto impedisce l’attuazione di un controllo serio. Secondo le ultime statistiche, in Belgio i casi di eutanasia sono aumentati del 90% in soli tre anni (dai 953 nel 2010 ai 1807 nel 2013) e del 600% dal 2003: ogni giorno cinque persone muoiono di “dolce morte”. L’oncologa Claire Nouwynck, si è dimessa dal suo incarico nella Commissione adducendo come motivazione che i dossier da esaminare ogni mese sono in media oltre 200 ed è impossibile far bene questo lavoro dato che ci si riunisce solo una volta la mese e alle cinque di pomeriggio.
La Commissione, peraltro, può effettuare controlli solo a posteriori, sulla base di quanto riferiscono i medici. E secondo uno studio condotto dall’Università di Bruxelles nel 2012, il 27% dei casi nelle Fiandre e il 42% dei casi in Vallonia non vengono proprio riportati, perché i medici spesso non dichiarano di essere ricorsi all’eutanasia. Sicché, la stessa Commissione ha dichiarato: «Non siamo in grado di accertare se i casi di eutanasia dichiarati corrispondono al numero dei casi reali che si verificano in Belgio. Siamo sempre stati coscienti di poter svolgere il nostro lavoro in modo limitato. È abbastanza evidente che il successo della nostra missione dipende dalla volontà dei medici di rispettare o no la legge».
Di fronte a questa situazione, il Ministro della Sanità, Maggie De Block, ha voluto rassicurare i belgi. Ma a quanto pare finora non ha risolto la questione.
Redazione
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