In Belgio, dove l’eutanasia è legale dal 2002, è successo di nuovo un fatto che dovrebbe essere inconcepibile.
Un’altra donna in perfetto stato di salute ha chiesto e ottenuto di essere “terminata”.
Si tratta di Simona de Moor, un’anziana signora di 85 anni, che dopo aver appreso la tragica notizia che un attacco di cuore le aveva portato via la figlia, ha deciso di porre fine alla sua stessa vita.
La signora, che era considerata sana dai medici e non stava prendendo alcun tipo di medicinale, è stata dunque tranquillamente portata alla morte tramite eutanasia.
Se non ci sono dubbi che quel giorno la signora volesse morire, non si può sapere cosa avrebbe pensato da lì a qualche tempo, quando il trauma per la prematura scomparsa della figlia avesse lasciato spazio a pensieri più razionali.
Crediamo che si sia trattato di una enorme crudeltà nei confronti di una donna disperata in stato di profondo abbandono; sarebbe bastata un po’ di calore umano per evitare che l’anziana signora non vedesse orizzonte migliore che il suicidio legalizzato.
Così facendo si entra in un ottica dove la risposta migliore alla sofferenza è la morte e queste morti diventano solo fredde statistiche che non fanno nessun effetto una volta lette sulle cronache.
Uno Stato degno di questo nome e la sua struttura sanitaria dovrebbero preoccuparsi della sopravvivenza dignitosa dei propri cittadini, non fornire quella che sembra la “via più breve” davanti ai problemi della vita, per quanto difficili possano sembrare.
Ma si sa, una volta che si è innescato questo perverso meccanismo, non è semplice risalire la spirale.
L.T.
Fonte: www.nationalreview.com
DIFENDIAMO I BAMBINI E LA FAMIGLIA DALLA LEGGE CIRINNA’