Il numero di pazienti malati di mente uccisi con l’eutanasia in Olanda triplica in un anno; i medici avvertono il suicidio assistito è ‘fuori controllo’.
I dati appena elaborati hanno rivelato che l’eutanasia è stata applicata a 42 persone con malattie mentali in Olanda lo scorso anno, mentre erano solo una dozzina i casi registrati l’anno precedente.
L’incremento globale di questa pratica è sottolineata dalla pubblicazione dei dati oggettivi e a dir poco inquietanti; un aumento del 15 per cento nel numero di decessi per eutanasia da 4.188 casi nel 2012 a 4.829 casi l’anno scorso; un aumento del 13 per cento nel 2012, un aumento 18 per cento nel 2011, il 19 per cento nel 2010 e del 13 per cento nel 2009.
Lo stesso professor Theo Boer, ormai assolutamente contrario a questa orrenda pratica, aveva previsto in una intervista al Daily Mail il superamento dei 6.000 casi di eutanasia nel 2014.
Nel complesso, i morti per eutanasia, che rappresentano ufficialmente il tre per cento di tutti i decessi nei Paesi Bassi, sono aumentati del 151 per cento in soli sette anni.
A queste orribili cifre statistiche vanno aggiunti i casi della cosiddetta “sedazione terminale”; in sostanza una forma ‘light’ di eutanasia in cui ai pazienti terminali vengono forniti dei cocktail di sedativi e narcotici poco prima di staccare l’alimentazione e l’idratazione forzata.
Se anche queste forme di ‘dolce morte’ fossero inserite nel conteggio, gli studi dimostrano che l’eutanasia potrebbe rappresentare circa il 12,3 percento di tutte le morti nei Paesi Bassi; una morte su otto!
‘L’eutanasia in Olanda è fuori controllo’, ha detto Theo Boer.
Il dottor Saunders, riferendosi alla proposta di legge sull’eutanasia in discussione in Gran Bretagna dichiara: ‘Le lezioni [degli altri paesi NdR] sono chiare. Una volta approvata la legge sulla eutanasia o il suicidio assistito, l’estensione progressiva seguirà come la notte segue il giorno ‘.
La legge, che porta il nome di Lord Falconer in quanto estensore/proponente della stessa, tornerà in discussione a novembre dopo una prima lettura avvenuta a Luglio.
Occorre ricordare che lo Stesso Theo Boer, dapprima sostenitore della legge per l’eutanasia, ora è uno dei suoi oppositori più agguerriti; lo stesso professore ha più volte asserito che, una volta aperte le porte a queste pratiche, non c’è più possibilità di tornare indietro.
Esempio pratico ne è la recente estensione, in Belgio, dell’eutanasia ai minori e l’autorizzazione di applicarla anche ai carcerati come già ampiamente descritto in questo articolo, arrivando a compiere una media di cinque omicidi al giorno.
Abbiamo già detto dell’uomo di Bruxelles che ha organizzato una doppia eutanasia per i suoi genitori ottantenni, perfettamente sani.
E della donna olandese di 80 anni uccisa dai medici che l’assistevano solo perché non voleva vivere in una casa di cura.
Quando, nei primi anni ’20, in Europa e negli Stati Uniti si diffuse l’entusiasmo per una nuova teoria, “l’eugenetica”, che diceva di basarsi su solide teorie scientifiche, ispirate al darwinismo sociale, con l’obiettivo di migliorare la specie umana attraverso la soppressione dei deboli, dei malati, dei disabili e dei meno adatti, l’eugenetica fu sostenuta e diffusa nei gruppi dirigenti della politica e dell’imprenditoria, nella comunità scientifica, nelle università e nei mezzi di comunicazione di massa.
Chi si opponeva, come la Chiesa cattolica, venne accusato di essere retrogrado e ignorante, contrario al progresso scientifico, oppositore dell’avanzamento dell’umanità.
La storia ha poi dimostrato come la teoria eugenetica abbia partorito e cresciuto il razzismo, le misure di selezione della razza, il pregiudizio e la discriminazione delle persone con argomentazioni genetiche, la soppressione di persone definite a priori non adatte o addirittura peggiorative della specie.
Ma la cultura della morte ha preceduto ed è ben sopravvissuta al Nazismo: e i risultati li abbiamo tutti davanti agli occhi. Peccato che molti non vogliono vedere.
Newlife
Fonte: Dailymail, Zenith.org