La Svizzera ha visto crescere, in questi ultimi anni, un turismo di nicchia.
La Confederazione Elvetica, paese incastonato tra alte cime innevate, verdi pascoli e laghi cristallini in cui la natura viene difesa a spada tratta, sicuramente può conquistare i cuori della gente: il soggiorno in Svizzera sicuramente dona la pace.
Anche il turismo di nicchia delle cliniche private per la ‘dolce morte’ è sospinto da un desiderio di “pace... eterna”.
Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Medical Ethics (edito dal British Medical Journal) questi viaggi sono mediamente raddoppiati in 4 anni (da 2009 a 2012), il numero delle persone che si recano in Svizzera è più che quintuplicato dall’Italia nello stesso periodo. L’indagine è stata condotta da Saskia Gauthier dell’Istituto di Medicina Legale dell’Università di Zurigo, utilizzando tutti i dati sui decessi assistiti eseguiti in Svizzera riguardanti cittadini residenti in altri paesi.
In tutto il periodo considerato sono stati eseguiti 611 di questi interventi, oltre la metà su pazienti donne. A scegliere il “turismo suicida” sono soprattutto tedeschi (268) ed inglesi (126), seguiti dai cittadini italiani (66); non mancano addirittura viaggi intercontinentali di cittadini dagli USA (21) e dal Canada (12).
Il fenomeno del turismo della morte, che è esclusivo della Svizzera, ha aperto seri dibattiti in Germania, Gran Bretagna e Francia, le principali sorgenti di questo tipo di turismo, soprattutto in Inghilterra dove il dibattito politico sull’eutanasia è tuttora in corso.
Redazione
Fonte: Online-news