Anche se al 29, 30 e 31 marzo mancano ancora diversi giorni, sul Congresso mondiale delle famiglie che si terrà a Verona si sono già riversati, ultimamente, fiumi di pregiudizi e di insulti. Il peggio l’ha forse dato il quotidiano Repubblica, sulle cui colonne l’appuntamento è stato presentato come un cupo ritrovo di «neofascisti, antiabortisti e omofobi». Mancava solo «medievali», termine d’ordinanza in casi simili ma che però era già stato impiegato dalla senatrice del Pd Monica Cirinnà, la quale ha annunciato di aver depositato una mozione che impegna il governo a revocare «ogni forma di patrocinio o sostegno al Congresso delle famiglie».
Non solo. La battagliera madrina delle unioni civili ha pure tenuto a precisare che l’evento è stato organizzato «dal pericoloso Ministro Fontana». In realtà non è esattamente così, ma fa comunque un certo effetto vedere una senatrice della Repubblica apostrofare un ministro come se fosse una specie di mafioso, di Al Capone 2.0, arrivando a definirlo «pericoloso». A parti inverse, se fosse cioè stato qualche altro politico a definire la senatrice Cirinnà come una «pericolosa», apriti cielo. È facile immaginare l’indignazione generale che ne sarebbe derivata.
Ma siccome il Ministro Fontana è notoriamente cattolico e per giunta pro family, allora tutto è permesso. Per un motivo semplice, che è quello messo già da anni in luce dal professor Philip Jenkins, sociologo docente alla Baylor University, che ha parlato dell’anticattolicesimo definendolo «the last acceptable prejudice», l’ultimo pregiudizio accettabile. Della serie: abbasso i pregiudizi nei confronti di tutti, fuorché dei cattolici. Verso di loro vanno bene, anzi sono auspicabili perché, retrivi come sono, se li meritano.
Come se non bastasse, tornando alla kermesse che si terrà a fine e mese a Verona, sono poi volate critiche pesantissime per la partecipazione all’evento di Lucy Akello – ministro ombra per lo sviluppo sociale in Uganda, tacciata di voler reintrodurre nel suo Paese la pena di morte per le persone omosessuali – e della nigeriana Theresa Okafor, accusata di sostenere che gli attivisti cospirerebbero con il gruppo terroristico Boko Haram.
Tutte balle, tanto per cambiare. Infatti Lucy Akello non ha mai promosso alcun disegno di legge contro le persone omosessuali – né avrebbe potuto farlo manco volendolo perché l’ultima volta che una simile proposta è stata discussa in Aula non era ancora deputata -, mentre le dichiarazioni di Theresa Okafor, ci hanno tenuto a precisare gli organizzatori del Congresso mondiale delle famiglie, non hanno alcun riscontro. Si tratta, insomma, delle solite fake news, messe in giro allo scopo di demonizzare un evento pacifico e festoso. Un appuntamento, quello veronese, che avrà al centro – repetita iuvant, anche se ormai si tratta della centesima volta – un tema e un tema soltanto: quello della famiglia.
Chi asserisce il contrario o è disinformato o è in malafede, alla stregua di chi favoleggia di un raduno di «neofascisti, antiabortisti e omofobi» che esiste sono nella mente di quanti intendono fare disinformazione. Detto, e auspicabilmente, tutto questo, non resta dunque che attendere l’inizio del Congresso, aspettando in particolare la conferenza di presentazione della kermesse internazionale da parte degli organizzatori, conferenza che avrà luogo presso la Sala degli Arazzi del Comune di Verona, piazza Bra 1, venerdì 15 marzo alle ore 12,00.
Giuliano Guzzo