L’Ungheria del presidente Víktor Orban difende la famiglia e promuove la natalità.
Le politiche adottate dal governo magiaro, come abbiamo scritto varie volte, sono efficaci e dovrebbero essere prese a modello dagli altri Stati membri dell’Unione europea. E invece accade che Orban, in quanto conservatore fedele alle tradizioni cristiane del suo Paese, viene fatto oggetto di riprovazione e considerato una sorta di dittatore. Follie di questa Europa votata al suicidio...
Ma in sintesi, cosa fa l’Ungheria? Facciamo alcuni esempi, forniti da Actuall.
Innanzi tutto fornisce aiuti economici alla famiglia. Dal 2011 si possono ottenere aiuti fin dai primi 90 giorni di gravidanza), con il primo figlio. Inoltre dal 2015 si è applicata una deduzione fiscale che è in relazione con la celebrazione del matrimonio, sempre e quando si tratti della prima volta per entrambi i coniugi, con l’idea di incoraggiare le giovani coppie a celebrare le nozze. Questi vantaggi economici sono validi durante i primi due anni di matrimonio, o fino alla nascita del primo figlio se avviene prima.
In secondo luogo viene tutelato e garantito il lavoro femminile. Tra le altre cose, il Codice del Lavoro ungherese, grazie alle riforme di Orban, fa in modo che le lavoratrici mantengano la possibilità di lavorare mezza giornata finché il bambino non abbia raggiunto i 3 anni, o fino ai 5 se si tratta di famiglie numerose. Questo permesso è unito a una sovvenzione che permette il lavoro part-time.
Il governo ungherese poi sta svolgendo una seria politica abitativa, concedendo un sussidio alle giovani famiglie che desiderano acquistare una casa nuova o usata, o per far sì che quanti la possiedono possano ampliarla, secondo le loro possibilità. Anche con questi accorgimenti la natalità è aumentata ed è diminuito il tasso di povertà.
Esistono pure misure volte a rendere più attrattiva l’istituzione della famiglia naturale, a migliorare i rapporti fra l’uomo e la donna e a richiamare l’attenzione sull’importanza di avere figli, al fine di assicurare il futuro del Paese. L’aspetto socio-culturale infatti è fondamentale: non possiamo ridurre tutto ad economia, come i marxisti. L’inverno demografico non dipende solo dalla povertà e la storia lo dimostra. Anzi, si potrebbe dire che il calo delle nascite è una delle cause della crisi economica.
Redazione
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