Abbiamo detto e ripetuto che i motivi per partecipare al Family Day e opporsi al ddl Cirinnà, sono motivi razionali, laici, trasversali.
A riprova di ciò, possiamo portare un esempio probante (con un’efficacia probatoria elevatissima!).
Possiamo riportare il pensiero di un’intellettuale atea, di sinistra, femminista, lesbica: Camille Paglia.
Ci ha ispirato un post nel blog de Il Giornale di Gianpaolo Rossi.
La Paglia è femminista, ma disprezza il femminismo contemporaneo che definisce “malato, indiscriminato e nevrotico”. Ha detto, con ironia tagliente: “lasciare il sesso alle femministe è come andare in vacanza lasciando il tuo cane ad un impagliatore”.
... “al giorno d’oggi le femministe incolpano gli uomini di tutto”.
Dice, a proposito dei politici americani “liberal”, che “i Democratici che pretendono di parlare ai poveri e ai diseredati, sono sempre più il partito di un’élite fatta d’intellettuali e accademici”... “con tutte le loro fantasie di sinistra, hanno poca conoscenza diretta della vita americana”.
Atea convinta e dichiarata, Camille Paglia è una grande estimatrice delle religioni, per la portata e l’importanza storica che hanno avuto rispetto alle civiltà. In particolare il Cristianesimo. Ha detto che la religione è “una fonte di valore psicologico, etico e culturale infinitamente più ricca dello sciocco e mortifero post-strutturalismo, che è diventato una religione secolarizzata”.
Pur essendo lesbica e pur avendo avuto in gioventù tendenze transessuali, sostiene che “i codici morali sono la civiltà. Senza di essi saremmo sopraffatti dalla caotica barbarie del sesso, dalla tirannia della natura”.
L’attivismo nero – a differenza dell’attivismo gay (NDR) – si è ispirato alle profonde tradizioni spirituali della chiesa a cui la retorica politica gay è stata ostile in maniera infantile. Stridulo, egoista e dottrinario, l’attivismo gay è completamente privo di prospettiva filosofica”.
E riconosce – pur confermando il suo orientamento sessuale di cui è convinta e non “pentita”- che “l’omosessualità non è normale; al contrario si tratta di una sfida alla norma, perché in natura ci sono solo due sessi determinati biologicamente”; ha addirittura definito una forma di “abuso sui minori” l’operato di quei genitori che – spesso per colpa di medici ideologizzati o assetati di lucrosi guadagni – iniziano le terapie di cambiamento del sesso dei figli adolescenti o addirittura bambini.
E’ addirittura “preoccupata dalla mescolanza perniciosa tra attivismo gay e scienza che produce più propaganda che verità”.
Alcuni mesi fa, davanti alle telecamere di Roda Viva, alla TV brasiliana, ha detto: “L’aumento dell’omosessualità e del transessualismo sono un segnale del declino di una civiltà”.
“Nulla definisce meglio la decadenza dell’Occidente che la nostra tolleranza dell’omosessualità aperta e del transessualismo”.
Bisognerebbe che il pensiero di Camille Paglia fosse un po’ più diffuso in Europa e in Italia: forse eviteremmo gli articoli smielosi, seriosi e bugiardi, come quelli che descrivono “l’amore” di un lui diventato lei e di una lei diventata lui che ora finalmente, a Grosseto, si sposano (con tanto di abito bianco e tutto) e già hanno preparato il necessario per andare in Ucraina a “mettere al mondo un figlio (come se davvero lo “mettessero al mondo” loro) attraverso l’utero in affitto”.
Redazione