I gameti importati in Italia dalle banche estere nell’ambito della fecondazione eterologa sono davvero sicuri?
Dei pasticci che si fanno con gli spermatozoi se ne parla da tempo. Ma pochi ascoltano e rilanciano, ovviamente: non conviene al business. Come non conviene agli affari miliardari delle cliniche-fabbriche di bambini artificiali far sapere quali conseguenze possono verificarsi sui bambini stessi quando riescono a venire alla luce (un 10% circa: gli altri, morti, congelati, buttati negli scarihi dei lavandini).
La fecondazione artificiale è sempre e comunque immorale e, come tutte le cose immorali, presto o tardi si ritorcono sugli esseri umani in peggio: la salute dei bambini assemblati e comprati non è affatto al sicuro.
Qui da noi, si preoccupano, intanto dei gameti e degli embrioni (=bambini piccoli) importati dall’estero.
Dal prossimo primo aprile partirà un processo di verifica di banche del seme (si inizierà con quelle greche e spagnole) da parte della Società italiana di riproduzione umana (Siru) che afferma: «I figli della fecondazione eterologa made in Italy sono per almeno metà stranieri». Secondo i dati più recenti dell’Istituto superiore della sanità, questi sono i numeri dell’import per la fecondazione artificiale: è importato il 95% degli ovociti, il 75% di liquido seminale e una quota significativa di cicli è effettuata con embrioni formati all’estero (= bambini assemblati in vitro, congelati e spediti per posta in appositi freezer).
In poche parole, considerato il progetto di valutazione promosso dalla società scientifica che riunisce tutte professionalità nell’ambito della medicina e biologia della riproduzione umana, non ci sarebbe abbastanza sicurezza sulle cellule necessarie alla riproduzione che importiamo a piene mani.
Pensate che nel 2015, i criocontenitori di ovociti importati (ciascuno contiene 6/7 ovociti) furono 3.304 dai seguenti Paesi Danimarca, Grecia, Repubblica Ceca, Spagna, Svizzera. Nel 2016 le importazioni risultarono raddoppiate, secondo i dati preliminari del Ministero della salute: furono registrati arrivi di 6.379 criocontenitori di ovociti. Per quanto riguarda i criocontenitori di liquido seminale, nel 2015 ne arrivarono 1.982, sempre dagli stessi Paesi. Nel 2016, furono 3.167. I criocontenitori di embrioni (ciascuno contiene 1-2 embrioni) furono 744, provenienti da Austria, Grecia, Repubblica Ceca, Spagna, Svizzera. Nel 2016, ben 2.877: si tratta di bambini, comprati e venduti come bastoncini di pesce.
Redazione
per un’informazione veritiera sulle conseguenze fisiche e psichiche dell’ aborto