Su Libero, leggiamo un articolo/spot per la fecondazione artificiale.
A nostro avviso, è necessaria qualche nota a margine, per capire se davvero si tratta di una forma di progresso.
L’articolo è il seguente:
Centro della questione sarebbe il fatto che cellule embrionali malate possano autocorreggersi e «dar vita» a bambini sani, a patto che lo siano anche geneticamente. E qui già occorre fermarsi. Sane o malate che siano, le cellule embrionali non “danno vita” a un bambino, sono le cellule di un bambino già vivo, allo stato embrionale ma uomo tanto quanto noi.
Andiamo avanti. «Non sono gli embrioni morfologicamente normali che si impiantano nell’utero materno, come una volta si riteneva, ma quelli geneticamente sani».
Finora gli embrioni (cioè i bambini) per essere impiantati in utero o meno (uccisi, buttati via o dati ai laboratori per esperimenti) venivano esaminati morfologicamente, quindi “a occhio”: se presentavano difetti (cd. embrioni a mosaico) venivano scartati. Poi hanno scoperto il fatto che gli embrioni “a mosaico”, «sanno correggere da soli i propri errori» (ne avevamo parlato qui e qui), quindi si possono impiantare più embrioni, con maggiore possibilità di successo, spiega Ermanno Greco, direttore del Centro di medicina della riproduzione all’European Hospital di Roma.
Insomma, un bello spot pubblicitario per le “fabbriche ” di “bambini artificiali” che fanno vaghe promesse di maggior successo, quando comunque il rapporto tra i “bambini in braccio” e quelli congelati o scartati o persi comunque nel tentativo di impianto è di 2 a 10.
E non si può dimenticare che i bambini con imperfezioni genetiche vengono uccisi (e questo ricorda tanto l’olocausto eugenetico di nazista memoria). Infatti, la diagnosi genetica preimpianto, serve a decidere quali esseri umani hanno diritto di vivere e quali no.
Quindi, la fecondazione artificiale resta una pratica eugenetica, che comporta la morte o il congelamento a tempo indeterminato di bambini piccoli piccoli e vivi. Non si sa bene quali rischi comporta per coloro che alla fine nascono, e comporta rischi , anche per le donne.
Ma di alternative etiche alla fecondazione artificiale ce ne sono, basti pensare all’adozione o ai metodi naturali, o alla naprotecnologia. Perchè dunque affidarsi a una pratica rischiosa e che fa più vittime dell’aborto?
Perché c’è gente che con la fecondazione artificiale ci fa un sacco di soldi!
Redazione