Ecco un’altra tra le testimonianze delle persone concepite attraverso fecondazione artificiale, che sono alla ricerca dei genitori biologici, pubblicate su AnonymousUs (qui la prima, qui la seconda, qui la terza, qui la quarta, qui la quinta e la sesta).
“Non sei solo. Tu non sei un mostro”.
Sono capitata per caso su questo sito. Io sono una donna, ho 30 anni. Sono stata concepita artificialmente. E capisco. Sono stata arrabbiata, confusa, triste.
Mi sono sentita strana, fuori posto. Facevo finta di non preoccuparmene, ma ero curiosa. Mi sentivo in colpa e non amata.
Per un momento mi sentivo normale e iniziavo a dimenticare, ma poi qualcuno mi chiedeva le mie origini, le storie su mio padre, qualcosa su mio nonno... i medici chiedono di fare l’anamnesi... Odio tutto questo. Odiavo i compiti sulle origini familiari. Non sopporto che mio figlio si chieda se somiglia al nonno: Mi dispiace figlio mio, non so chi sia tuo nonno! Solo mio marito, mia mamma e mio papà, sanno che sono frutto di fecondazione artificiale. Ma ho dovuto tenere il segreto. E ancora oggi devo agire come se non lo sapessi, perché mio padre non sa che io so.
Mantenere i segreti è pericoloso. Non è giusto, non è sincero... porta alle menzogne.
Ho imparato a nascondere un disturbo alimentare. Mi sono sentita sola. E come un mostro. Poi ho imparato ad amarmi e a smettere di pretendere di controllare quello che non posso controllare.
Allora lo dico a voi che leggete: vi capisco.
Non siete soli. Tu non sei un mostro. Puoi imparare ad amare te stesso per quello che sei e amare la tua storia.
DIFENDIAMO I BAMBINI E LA FAMIGLIA DALLA LEGGE CIRINNA’