BioEdge ci informa che un importante biologo evoluzionista, di fama mondiale, ha etichettato la fecondazione artificiale come un esperimento evolutivo che si conduce sulla pelle dei bambini.
Infatti, sottolinea come la fecondazione artificiale, che è artificiale proprio perché avviene in laboratorio, non nel luogo predisposto dalla natura, può avere effetti dannosi che i bambini riscontreranno man mano che crescono.
Parlando alla riunione annuale dell’American Association for the Advancement of Science (Associazione americana per l’avanzamento della scienza), a Washington DC, il dottor Pascal Gagneux della University of California, ha detto che gli effetti a lungo termine della fecondazione in vitro sono ancora in massima parte da chiarire.
“... Stiamo facendo un esperimento evolutivo ... Lo paragonerei al ‘cibo spazzatura’ inventato dai fast food americani e allo sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio: ci sono voluti 50 anni, è stato considerato fantastico, gustoso, economico, e ora negli Stati Uniti i giovani sono più bassi, obesi, con tutte le patologie connesse, e muoiono prima. Ma ci sono voluti 50 anni per capirlo ... “
Del resto le prime persone concepite in provetta oggi non hanno ancora 40 anni.
Secondo il dottor Gagneux, alcuni possibili effetti collaterali a lungo termine della fecondazione artificiale sono il diabete, l’ipertensione e in genere una morte prematura. In proposito, ha citato i risultati uno studio condotto su un folto gruppo di bambini concepiti artificialmente e naturalmente che vivevano in alta quota, in ambiente povero di ossigeno. Questa penuria di ossigeno che crea un effetto paragonabile a quello che produce l’invecchiamento.
Orbene: nei bambini frutto di fecondazione artificiale è stato riscontrato in modo molto evidente il malfunzionamento del cuore e delle arterie, cosa non evidenziatasi negli altri, neanche nei loro fratelli, concepiti naturalmente.
Un certo numero di specialisti della fecondazione in vitro hanno risposto alle osservazioni del Dott Gagneux, dicendo che non aveva prove sufficienti per suffragare queste affermazioni. Secondo loro le patologie riscontrabili nei bambini “artificiali” sono dovute a difetti genetici contenuti negli spermatozoi (chissà: magari in ambiente naturale quegli spermatozoi “difettosi” non avrebbero mai raggiunto l’ovulo...).
Costoro sostengono che “il principio di precauzione” non si può sempre seguire. Anche quando ci va di mezzo la salute e la vita umana?
Dicono che è perché altrimenti si ferma il progresso. Forse. Sicuramente si fermerebbero i loro lauti guadagni.
Redazione