04/08/2018

Figli affidati sia a mamma sia a papà: il ddl della Lega

Il mese di agosto si è aperto con la sottoscrizione di un disegno di legge di riforma dell’affido condiviso, che vorrebbe garantire ai figli di genitori che ricorrono alla separazione di poter comunque godere di entrambe le figure genitoriali.

A sostenere fortemente il ddl è stato Matteo Salvini, supportato dal capogruppo della Lega presso la commissione giustizia Simone Pillon. Il testo non è ancora disponibile sul sito del Senato e non si sa quali saranno le modifiche cui  andrà incontro a seguito delle audizioni di settembre e degli emendamenti che verranno presentati, quindi un giudizio specifico nel merito della proposta non è ancora possibile. Per ora si sa gli aspetti fondamentali che vengono toccati dal ddlriporta Il Giornale – «[...] riguardano la mediazione familiare concepita come obbligatoria per coppie con figli, la possibilità di affido condiviso con tempi previsti paritari, il mantenimento diretto dei figli minori, i provvedimenti di contrasto ad ogni forma di alienazione o estraniazione dei minori». Bisognerà vedere se queste idee, buone sulla carta, saranno realmente buone nella loro attuazione, nell’ottica del minore.

La questione delle separazioni e dei divorzi che interessano minori è infatti un aspetto sempre più preoccupante, dato il costante aumento di famiglie che si distruggono e il fatto che sono ormai evidenti – cosa che non c’era fino a qualche anno fa, dato che le coppie tendevano a durare di più – le pesanti conseguenze sui figli di genitori che pongono fine alla loro unione, siano essi bambini o adolescenti poco importa: bassa autostima, senso di colpa, peggioramento del rendimento scolastico, comportamenti problematici e/o delinquenziali, ricorso a sostanze, difficoltà nel costruire relazioni solide... le testimonianze in tal senso, purtroppo, non mancano.

Nell’ottica dei promotori sarebbero proprio i figli a essere posti al centro del ddl, come sottolineato dal senatore Pillon: «Il disegno di legge sottoscritto vuole essere un umile e perfettibile telaio, con precise linee di fondo, sul quale contiamo di ricamare insieme a voi una riforma che sia capace di dare risposte semplici ed efficaci alle migliaia e migliaia di bambini coinvolti nella conflittualità familiare. I bambini hanno diritto di crescere con la mamma e col papà anche se separati o divorziati. La bigenitorialità è diritto dei figli. I genitori sono per sempre».

Bisognerà tuttavia capire se il ddl tutela veramente i figli come meritano, senza rischiare di far prevalere l’ottica adulta. Ad ogni modo, quello dell’affidamento condiviso appare un provvedimento necessario, anche se concepito in ottica “ripartiva”, piuttosto che propositiva: ma potrebbe trattarsi di un limite dell’agire politico, che paga il clima culturale cui di riferisce. È infatti giusto tutelare i figli vittime delle separazioni e dei divorzi, ma è forse ancora più importante andare alle radici del fenomeno: perché oggi così tante famiglie si rompono? Con quale presupposti ci si è uniti e si è messo al mondo un figlio? Perché non viene più avvertita una responsabilità educativa nei confronti dei figli? Il matrimonio un tempo non era più facile, anzi forse lo era meno perché non sempre si era scelto “autonomamente” il proprio compagno di vita, eppure vi era una propensione al sacrificio e una consapevolezza diffusa che “le cose non si buttano, si aggiustano”. Ora tutto è veloce, fondato sui sentimenti del momento, le scelte sono guidate dall’edonismo e dall’egoismo... e ai figli chi ci pensa? Loro non hanno colpa se i genitori “non si amano più” (sic! Forse non sono più innamorati, perché l’amore è una scelta quotidiana), o se si accorgono di “aver fatto la scelta sbagliata”, eppure sono quelli che pagano il maggior scotto per il venir meno dell’unione, ma il nostro mondo “adultocentrico” pare non rendersene conto.

Stiamo a vedere come evolverà la situazione e quale sarà il testo finale del ddl, sempre nella speranza che i “figli del divorzio” siano veramente posti al centro e, soprattutto, che si torni a guardare alla famiglia nell’ottica del “per sempre” (che non va a braccetto con la parola “facile”, ma tant’è).

Giulia Tanel 

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