Secondo voi, in tempi come questi, è giusto che lo Stato spenda milioni di euro per lottare contro l’omofobia? È davvero così urgente che Governo e Parlamento stanzino ingenti risorse per occuparsi dei diritti LGBT? È ragionevole che i soldi dei contribuenti vengano usati per promuovere l’ideologia omosessualista?
Evidentemente, gli italiani hanno altre priorità e ben altri problemi, piuttosto che l’omofobia. Anche perché nel nostro Paese non v’è alcuna emergenza omofobia e nessuno conculca i diritti delle persone a causa del loro orientamento sessuale: i dati (veri) lo dimostrano in maniera inequivocabile.
Ma la legge finanziaria (o, come sarebbe meglio dire, la legge di stabilità), attualmente in discussione alla Commissione Bilancio della Camera, potrebbe contenere proprio enormi favori alla causa LGBT (e alla lotta all’omofobia) a partire dal prossimo anno.
A pagina 559 del documento che elenca gli emendamenti al disegno di legge, possiamo leggere alcuni punti che ci fanno molto preoccupare. Si tratta di tre correzioni attinenti il comma 5 dell’art. 74 della norma.
La prima. «Dopo il comma 5, aggiungere il seguente: 5-bis. È autorizzata la spesa di 5 milioni a decorrere dal 2017 per il sostegno all’attività del Comitato Interministeriale per i Diritti Umani (CIDU) per la promozione su tutto il territorio nazionale di iniziative contro l’omofobia in attuazione degli impegni assunti dall’Italia per l’attuazione del Rapporto della Fundamental Rights Agency dell’Unione Europea sui diritti LGBTI in Europa e delle raccomandazioni accettate dall’Italia al Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite».
La seconda. «Dopo il comma 5, aggiungere il seguente: 5-bis. È autorizzata la spesa di 1 milione per il sostegno all’attività dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR), Dipartimento Pari Opportunità, per la promozione su tutto il territorio nazionale di azioni positive volte a favorire il contrasto all’omofobia in attuazione degli impegni assunti dall’Italia per l’attuazione del Rapporto della Fundamental Rights Agency dell’Unione Europea sui diritti LGBTI in Europa e delle raccomandazioni accettate dall’Italia al Consiglio Diritti Umani a Ginevra».
La terza. «Dopo il comma 5, aggiungere il seguente: 5-bis. In attuazione degli impegni assunti dall’Italia per il conseguimento dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, con particolare riferimento all’Obiettivo n. 3 “Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età” e all’Obiettivo n. 5 “Raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze”, è autorizzata la spesa di 30 milioni di euro a decorrere dal 2017 per interventi di promozione della salute e dei diritti sessuali e riproduttivi delle donne, delle adolescenti e delle bambine nell’ambito della Global Strategy for Women’s, Children’s and Adolescents’Health, 2016-2030 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità».
Quindi, ricapitolando, se gli emendamenti in questione venissero accettati, la manovra economica prevederà l’utilizzo di 6 milioni di euro per combattere il pericolo (presunto) dell’omofobia. Ovvero, in parole povere, per indottrinare i nostri bambini raccontando loro che maschi e femmina non si nasce ma si diventa, per perseguitare quanti si limitano a pensare che il matrimonio è solo tra un uomo e una donna, per ostracizzare chi ritiene che i figli hanno il diritto ad un padre e una madre e per criminalizzare quanti sostengono che gli omosessuali che si sentono a disagio per la loro condizione debbono poter usufruire di terapie riparative per recuperare l’eterosessualità o comunque il benessere psico-fisico.
Oltre a ciò, altri 30 milioni di euro verranno invece spesi per promuovere l’aborto, la contraccezione e la sessualizzazione precoce dei bambini (perché di questo si tratta quando si parla di “diritti sessuali e riproduttivi”), e dunque per fare violenza contro l’infanzia, come emerge chiaramente dai documenti internazionali sul tema.
È così che vogliamo siano spesi i nostri soldi?
Redazione