Roma, 19 agosto 2022
«Magistratura e politica difendano il diritto alla vita - e non alla morte - di migliaia di malati fragili e spesso senza cure, che in questi giorni rischiano di essere influenzati dall’ennesimo caso mediatico assordante che incensa il via libera, nella Marche, al suicidio assistito per “Antonio” 44enne tetraplegico del Fermano, che potrà dunque accedere alla procedura con auto-somministrazione di un farmaco letale. In Italia ci sono dei limiti ben precisi, purtroppo già critici, posti dalla Corte Costituzionale alla pratica del suicidio assistito, che devono assicurare una tutela minima del bene vita per sua natura escluso dalla disponibilità individuale», così Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus.
«Non vogliamo entrare - precisa Coghe - nella storia e nel dolore personale di “Antonio”, ma le Istituzioni non possono essere complici di una vera e propria campagna mediatica che continua a spingere verso lo sdoganamento culturale e legale del suicidio assistito e dell’eutanasia. Semmai - e qui si vedrà chi ne terrà conto, tra i politici, in campagna elettorale - l’Italia ha bisogno di più risorse per i fragili, i malati e gli anziani, investendo negli Hospice e nelle cure palliative, soprattutto se pensiamo che ad oggi circa il 77% dei malati che ne avrebbero diritto secondo la legge non ha accesso proprio al sistema di cure palliative, a causa dello scarso finanziamento pubblico e dello scarso radicamento nelle strutture sanitarie territoriali. Questo significa che lo Stato induce i malati e sofferenti a farsi fuori piuttosto che garantire loro le cure adeguate e necessarie per vivere con dignità».
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