Da Dagospia: La storia ha dell’incredibile, ma è purtroppo vera. Una donna ha conosciuto nel 2014 su internet una giovane manager di 35 anni. Una relazione virtuale che si è trasformata ben presto in qualcosa di reale e, infine, in una truffa.
Sì perché la donna si è spinta al punto di fingersi prima malata terminale e bisognosa di costose cure e poi ha inscenato una (falsa) fecondazione medicalmente assistita per (finte) cure staminali, e infine spacciare la propria gravidanza come «progetto genitoriale comune», nel cui ambito convincere la sventurata fidanzata a preventivamente riconoscere davanti al Comune di Milano il nascituro.
La storia è arrivata fino nei tribunali (e non uno solo) con l’inchiesta della pm Paola Pirotta sfociata in rinvio a giudizio, i giudici civili che hanno impugnato il riconoscimento del neonato, e i giudici minorili che valuteranno se la truffatrice possa ancora essere madre adeguata non solo per il neonato ma anche per i tre precedenti suoi figli.
Fonte: Dagospia