10/05/2021

A Milano rivelati i veri obiettivi del ddl Zan: utero in affitto e autocertificazione di genere

Noi abbiamo sempre detto che il ddl Zan non serve realmente a punire le discriminazioni, ma piuttosto a imporre l’ideologia gender nella società, con tutto ciò che ne consegue. La conferma definitiva di ciò è arrivata sabato scorso dal palco della manifestazione pro-ddl Zan, dove diversi interventi hanno rivelato i veri scopi di questa legge.

In particolare le affermazioni di Marilena Grassadonia, già presidente di Famiglie Arcobaleno e da qualche settimana responsabile nazionale ai Diritti e libertà per le politiche contro la discriminazione di Sinitra Italiana, sono state particolarmente rivelatrici.

Come riportato dal Femininist Post infatti, la Grassadonia ha dichiarato che “La legge Zan è una legge di prospettiva che guarda al futuro“. E dopo la legge Zan nell’agenda Lgbtq c’è “la legge 40, che lascia indietro le donne single che non pssono accedere a fecondazione assistita. Vogliamo la revisione della legge 164/82 ormai antica sui percorsi di transizione (ovvero l’ottenimento della libera autocertificazione di genere,ndr). Vogliamo una stagione dei diritti in cui si parli di Pma (fecondazione assistita) e di Gpa (utero in affitto), e il riconoscimento dei figli e delle figlie delle famiglie arcobaleno. Il ddl Zan è solo l’inizio”.

Le parole di Marilena Grassadonia confermano dunque finalmente che il concetto di identità di genere, al centro della legge Zan, non è che l’apripista alla riforma della legge 164/82 per approdare al self-id ovvero all’autocertificazione di genere, nonostante le ripetute smentite dei firmatari a cominciare dallo stesso Zan.

Insomma il programma è chiaro, approvare il ddl Zan per poi poter far passare tutte le altre le leggi volute dalla galassia LGBT silenziando e reprimendo sul nascere ogni voce contraria. Ma noi non ci faremo imbavagliare…

Fonte: Feminist Post

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