«Una struttura per aborti del New Jersey, il Cherry Hill Women's Center, ha chiamato il 911 il 14 novembre 2019 per una paziente abortiva di 21 anni, che sanguinava così pesantemente dopo un aborto chirurgico, che tutti i tentativi di fermare l'emorragia non hanno avuto successo». Dopo l'interrvento chirurgico, pare che il flusso fosse diventato inarrestabile, anche in seguito alla somministrazione di acido trassimenico per fermare il flusso del sangue e di due flebo endovena di Ringer lattato «per sostituire rapidamente il sangue perso con fluidi, per evitare che la paziente svenga o diventi tachicardica [...], il che può portare ad arresto cardiaco». Sembra si sia dovuto ricorrere all' "imballaggio": «lei è impacchettata», avrebbe detto l'operatore sanitario al 911, dopo aver tentato di tamponare il flusso di sangue (senza però poterlo arrestare) con la garza. La ragazza poteva morire, è questo il modo di trattare le donne: dire loro che l'aborto non ha conseguenze sulla salute?
Fonte: Life News