«Sarà sufficiente la sottoscrizione di un semplice accordo di riservatezza con l’Università di Pisa per attivare la carriera alias, il dispositivo che tutela le persone che hanno la necessità di utilizzare, all’interno dell’Ateneo, un nome diverso rispetto a quello anagrafico. È stato infatti approvato dal Senato accedemico un nuovo regolamento semplificato che tutela l’identità di genere di tutta la popolazione universitaria: tra le novità, c’è la possibilità di attivare questa procedura non solo per gli studenti, ma anche per docenti, personale, dirigenti, componenti esterni ed esterne degli organi collegiali e tutte e tutti coloro che a vario titolo operano, anche occasionalmente e temporaneamente, nelle strutture dell’Ateneo. E per farlo non ci sarà più bisogno di presentare alcuna certificazione medica», scrive in un comunicato stampa l'Università di Pisa.
«È un regolamento collocato nel contesto sociale che garantisce la piena autodeterminazione dei soggetti in transizione considerandoli nella loro totalità, quindi anche come lavoratori e lavoratrici» sottolinea Daniele Serra, presidente di Pinkriot Arcigay Pisa.
Per essere davvero inclusivi, però, questo non basta: in base al principio dell'autodeterminazione, chi si percepisce povero dovrebbe aver diritto all'esenzione dalle tasse universitarie, a prescindere dall'Isee; chi si percepisce diplomato dovrebbe aver diritto ad iscriversi anche se è stato bocciato alla maturità; chi si percepisce preparato dovrebbe aver diritto a passare gli esami, a prescindere dal giudizio dei professori.