Ormai anche nel nostro paese stanno aumentando esponenzialmente i casi di bambini che sembrano soffrire di disforia di genere o che comunque hanno difficoltà ad accettare la propria identità sessuale.
Come riportato da Dagospia, a Torino dal 2005 sono 162 le famiglie con figli con disforia di genere che si sono rivolte al CIDIGEM, il centro che aiuta i ragazzi con problemi d’identità. Mentre dal 2005 al 2009 c’erano stati appena tre casi, nel triennio 2019 – 2021 ve ne sono stati trentasette, un aumento più che esponenziale.
«La domanda di aiuto da parte delle famiglie oggi è diventata molto più frequente che in passato, e i centri, con le forze che hanno, sono sommersi», ha raccontato Damiana Massara, psicologa, coordinatrice del Gruppo di lavoro minorenni del Cidigem (che accoglie dai 16 anni) e coordinatrice della Commissione Minorenni dell' Osservatorio Nazionale sull' Identità di genere a cui fanno riferimento quasi tutti i centri italiani dove è possibile effettuare l' intervento chirurgico di transizione.
Per la dottoressa Massara non ci sono cause «sociali» per questo aumento. «I casi sono tanti perché il servizio è conosciuto dai pediatri, dagli psicologi, dalle stesse famiglie. Noi ne parliamo in tutti i corsi che teniamo. Il problema è sempre esistito - osserva la psicologa - ma ora viene affrontato e chiamato col suo nome”. Un aumento così repentino dei casi però potrebbe anche essere stato facilitato dalla diffusione dell’ideologia transgender, che negli ultimi anni è stata ampiamente appoggiata sia dai governi di molti paesi che dalla maggioranza dei media mainstream.
Quello che è certo è che molti dei paesi che avevano iniziato a trattare questi casi prescrivendo subito bloccanti della pubertà e facendo iniziare dei percorsi di transizione hanno poi rivisto le loro policy, alla luce dei gravi problemi di varia natura che venivano osservati nei giovani pazienti. Ci auguriamo quindi che l’Italia non compia gli stessi errori.
Fonte: Dagospia