Viviamo ai tempi della “Cancel Culture” e quindi chiunque non rispetti i canoni del politicamente corretto viene ostracizzato e letteralmente “cancellato” dalla sfera pubblica. Poco importa poi se si è già morti e i fatti incriminati sono avvenuti decenni fa, i paladini dell’inclusività s’impegneranno per eliminare anche la semplice memoria del vostro nome.
Questo è proprio quello che sta succedendo a James Webb, amministratore della NASA dal febbraio 1961 all'ottobre 1968 a cui è stato intitolato il noto telescopio Webb. Il prof di Fisica all'Università del New Hampshire Chanda-Prescod Weinstein si è infatti detto «arrabbiato con la Nasa» in quanto i suoi vertici si sono «rifiutati di riconoscere le informazioni pubbliche su Webb» che dimostrano come «non meriti di avere un osservatorio intitolato a lui». Il prof si riferiva al caso del dipendente della Nasa Clifford Norton, licenziato nel 1963 per «condotta immorale» dopo essere stato interrogato con l'accusa di omosessualità e ad alcuni documenti tirati fuori dalla rivista Nature, secondo cui sotto l'amministrazione Webb «la Nasa aveva rimosso i dipendenti gay».
L'astronomo americano Phil Plait ha rincarato la dose, notando: «L'osservatorio prende il nome da qualcuno legato a bigottismo e omofobia, e la Nasa ha fallito nel gestire la situazione». L'allusione è alla petizione lanciata nel 2021 da quattro ricercatori per chiedere all'agenzia spaziale americana di cambiare il nome del telescopio, campagna rispedita al mittente dalla Nasa che non ha trovato «prove che giustificassero la modifica».
Fonte: Libero