«“Usiamo il genere neutro per non influenzarlo”. Coppia inglese cresce bambino gender fluid», titola un articolo dell'Osservatorio Gender. I genitori del piccolo si rivolgono a lui usando il pronome "they", cioè "essi", un plurale, quindi, affinché possa essere chiunque, maschio o femmina. «Vogliamo solo che siano loro stessi», dicono del figlio. E invece no. Non ci vuole una laurea per capire che in questo modo non si porta il bambino ad essere sé stesso (dal momento che il dato biologico parla chiaro sulla sessualità del piccolo), ma ad essere altro da sé. A non scoprire chi è veramente, a non accogliere il suo corpo, a pensarsi come indefinito, mutevole. A non avere punti fermi nella sua vita. E questo è il bene del piccolo?