Le giuste norme vanno rispettate, ma attenzione: i ragazzi hanno bisogno di relazioni reali, non solo virtuali. Le ore che i giovani stanno passando davanti al computer sono troppe e qualcuno di loro ne inizia a risentire: «Sono i giovani cresciuti su internet ad aver pagato il disagio psicologico più grosso: già affaticati nella scoperta di sé per via della bolla in cui vivono, costretti alla didattica online e incollati al web, hanno dato segni di squilibrio, di fobie e ansie. C’è a chi piace vederli così, ma chi li ama chiuda definitivamente con il lockdown sociale e interiore e agisca così».
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana